Addio Vitaliano Trevisan lo scrittore ribelle dei “Quindicimila passi”

Trovato morto nella sua abitazione nel Vicentino Aveva 61 anni. Nei mesi scorsi un ricovero psichiatrico

il percorso

È morto all’età di 61 anni lo scrittore Vitaliano Trevisan. Scrittore, attore, drammaturgo, sceneggiatore ,aveva esordito con il romanzo “I quindicimila passi”, mentre il suo libro più recente “Works” (Einaudi), nel 2016 ha vinto il Premio Latisana per il Nordest. E proprio nel novembre scorso è andato in scena al Politeama Rossetti di Trieste il suo spettacolo “Il delirio del particolare” (prodotto dal Centro Teatrale Bresciano e dal Teatro Biondo di Palermo, per la regia di Giorgio Sangati), testo dedicato alla figura dell’architetto veneziano Carlo Scarpa. Trevisan è stato trovato morto nella sua abitazione, e ancora non si conoscono ufficialmente le cause del decesso. Da tempo lo scrittore soffriva di disturbi depressivi e recentemente era stato ricoverato nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Montecchio Maggiore in ottemperanza a un Tso, trattamento sanitario obbligatorio.

Nato a Sandrigo, vicino Vicenza, il 12 dicembre 1960, e residente fra il comune di Crespadoro (Vicenza) e Pisa, Vitaliano Trevisan aveva esordito negli anni Novanta segnalandosi subito come una delle voci più originali del Nordest. I suoi primi racconti, (le antologie “Un mondo meraviglioso” e “Trio senza pianoforte/oscillazioni”) erano dichiaratamente ispirati allo stile dello scrittore austriaco Thomas Bernhard. Con “I quindicimila passi”, nel 2002, aveva esordito nel romanzo: prendendo a pretesto l'ossessione del protagonista Thomas nel contare e annotare i passi dei suoi tragitti, il libro prendeva di mira l'educazione cattolica e le ipocrisie della provincia italiana. Il romanzo aveva vinto il Campiello Europa e il Premio Lo Straniero. Aveva lavorato anche per il cinema e in televisione.

Dopo una giovinezza trascorsa come impiegato nel settore edilizio e dell'arredamento, Trevisan si era dedicato a lavori più manuali fino ad approdare alla letteratura. Presto alla scrittura aveva aggiunto il lavoro per il cinema e per il teatro. Nel 2003 è stato l'attore protagonista, nonché co-sceneggiatore, del film “Primo amore” di Matteo Garrone, girato a Vicenza, in concorso al 54º Festival di Berlino. È stato poi attore nel film “Il riparo” di Marco Simon Puccioni (miglior film al festival di Annecy nel 2007), oltre che nel film “Dall'altra parte del mare” di Jean Sarto. Nel 2009 ha un ruolo nella serie televisiva “R.I.S. Roma - Delitti imperfetti” di Fabio Tagliavia. Nel 2016 è coprotagonista del film “Senza lasciare traccia” diretto da Gianclaudio Cappai.

I suoi testi teatrali sono stati messi in scena da Valter Malosti, Renato Chiocca e Toni Servillo. Di recente la pubblicazione per Einaudi dei “Due monologhi”, ossia “Oscillazioni” e “Solo RH” portato in scena nell'edizione del Festival delle Mura 2007 da Roberto Herlitzka. Nel 2012 il regista Michele Angrisani ha scritto il copione di uno spettacolo teatrale liberamente tratto dal romanzo “Il ponte. Un crollo”; questo verrà poi portato in scena dalla compagnia teatrale Il Canovaccio, per la regia di Antonello Pagotto e con Diego De Francesco nella parte del protagonista. Nel 2016 Trevisan vince il Premio Latisana e l’anno dopo il Premio Riccione. Da attore aveva recitato, tra l'altro, anche nella fiction su Franco Basaglia.

«Trieste - ha detto fra l’altro nella sua ultima intervista al “Piccolo” - ha un rapporto particolare con la pazzia o, se si preferisce, con la malattia mentale. I luoghi di confine, per di più di montagna, mostrano sempre una più alta incidenza di sofferenza psichica. E poi c'è stato Franco Basaglia, il cui ricordo è ancora vivo. Devo però rilevare, per esperienza personale, che lo stato attuale dei cosiddetti reparti di psichiatria è a un livello pre-basagliano, perlomeno in Veneto». E proprio di recente Trevisan aveva reso pubblica la sua esperienza di ricovero in una struttura psichiatrica a causa di forti disturbi depressivi di cui non faceva mistero.

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