Domani sarà tardi di Contu: la Liberazione di un fascista salvato proprio dai partigiani

Il giornalista e scrittore offre una storia forte sul 25 aprile in Val Brembana 

dopo il ritrovamento in una scatola di latta di un vecchio diario di famiglia

Margherita Reguitti

 

Un racconto nuovo e inedito dalla voce di un fascista della prima ora, convinto e mai pentito, dei giorni convulsi, violenti, ma anche ricchi di inaspettati gesti di umanità e rispetto fra persone schierate su fronti opposti dopo il 25 aprile 1945.

Un romanzo che ha radici nella storia di famiglia, scritto dopo il ritrovamento di una scatola di latta, al cui interno, assieme a tessere del regime e alla medaglia della marcia su Roma, era conservato un diario racchiuso in una busta sigillata. Una narrazione in prima persona del protagonista, scritta dal pronipote, omonimo dello stesso: il giornalista e scrittore Luigi Contu.

 

“Domani sarà tardi. Un fascista salvato dai partigiani”(Solferino, pagg. 192, euro 17,90) riporta, con stile avvincente, coinvolgente nella scrittura curata e documentata, la Storia di un periodo cruciale del Paese a 80 anni di distanza, unendo creazione letteraria all’essenziale diario vergato in un quaderno dalla copertina nera.

Un romanzo rocambolesco e avventuroso come è stata la vita dei personaggi in un periodo carico di troppa storia. Nelle pagine si ripercorrono i giorni che hanno cambiato la vita del funzionario Luigi Contu, trasferito a fine 1944 in un piccolo paese della val Brembana nella Bergamasca a dirigere un ufficio del ministero dell’Agricoltura della Repubblica sociale.

Pagine scarne ma precise che prendono l’abbrivio a Zogno (Bg), lunedì 23 aprile 1945 e termineranno a Roma nel 1946. Nel mezzo la storia dell’Italia fascista raccontata dal punto di vista di un servitore dello Stato, intellettuale e colto giurista, nei giorni della resa incondizionata, del crollo della fede in un regime che portò il Paese alla disfatta e alla guerra civile e, dopo l’8 settembre, in mano a due eserciti stranieri.

Un romanzo dal forte impianto storico, sostenuto da ricerche negli archivi, nelle redazioni dei giornali, dall’Eco di Bergamo al Corriere della sera e Unità, riportando passaggi fondamentali dei comunicati del Governo, del Cln ma anche dell’impegno della Curia milanese per trovare una mediazione che evitasse rappresaglie, stragi e vendette, fino al documento con il quale il comunista Togliatti spiega le motivazioni in favore dell’amnistia per chi fu fascista ma mai si macchiò di crimini violenti, come il protagonista, che poté così rientrare nella pubblica amministrazione.

Nella trama anche la storia d’amore fra Luigi e Virette la fidanzata padovana figlia di antifascisti: un amore contrastato dalla storia, dall’ideologia che lacera i sentimenti. Luigi condannato da un tribunale improvvisato, viene accusato di essere l’ideologo del Duce, per una pubblicazione da lui curata. Si salverà, e non solo una volta, grazie all’intervento di partigiani che gli riconosco sì la colpa politica di adesione e sostegno al regime senza averne riconosciuto l’aberrazione e deriva violenta dal delitto Matteotti in poi, ma non negano il suo essere una persona per bene che si è speso per salvare delle vite umane. Ricco e ben definito il ruolo di varie figure nel romanzo, fra queste don Gianni, in apparenza semplice parroco di campagna che gioca un ruolo di primo piano nella salvezza di Luigi.

La narrazione colta offre spazio anche alla poesia di Giuseppe Ungaretti, amico della famiglia Contu, soldato nella Grande Guerra. Sua la poesia “San Martino del Carso”, inserita nella prima raccolta “Il Porto sepolto”, pubblicata a Udine nel 1916. Nell’esergo la senatrice Liliana Segre ricorda che il fascismo è stato soprattutto un’ ideologia che ha permeato ogni aspetto della vita italiana. Quest’opera è un tassello per contribuire a chiudere i conti definitivamente con una pagina dolorosa della storia ricordando l’umanità di chi credette che il regime potesse realizzare il sogno mazziniano del cambiamento sociale. Luigi Contu, giornalista dal 1985, dal 2009 è direttore dell’Ansa. Ha vinto il Premio Saint-Vincent per il giornalismo. Ha pubblicato nel 2022 per La nave di Teseo “I libri si sentono soli”, storia della biblioteca di famiglia. —

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