Addio Zulawski, a Trieste vinse con “Possession”

PARIGI. È morto l’altra notte il regista e scrittore polacco Andrzej Zulawski. Aveva 75 anni. Ex marito dell'attrice francese Sophie Marceau, che aveva 26 anni meno di lui e che gli ha dato il figlio Vincent, aveva raggiunto il massimo della notorietà negli anni Ottanta con “Possession”, trionfatore al Festival di fantascienza di Trieste dove aveva vinto l’Asteroide d’oro nel 1977, e “L'amour braque - l'amore balordo”. La sua ultima opera è stata “Cosmos” uscito l'anno scorso.
Zulawski, figlio di un ambasciatore dell’Unesco, passò la giovinezza a Parigi, frequentando l’università sia nella capitale francese che a Varsavia. Cominciò la sua carriera come collaboratore in Polonia di Andrzej Wajda, debuttando dietro la macchina da presa con il film “La terza parte della notte”, in cui già emergevano le tematiche care al regista: il tema del doppio, l’orrore della violenza, la devastazione della guerra, gli ambienti decadenti e l’amor fou.
La sua seconda fatica da regista, “Il diavolo”, in Polonia fu censurato per più di 16 anni, spingendolo a trasferirsi a Parigi, dove girò “L’importante è amare” con Romy Schneider. Tornato poi in Polonia lavorò per due anni al film “Il globo d’argento”, basato su un libro scritto dallo zio Jerzy Zulawski, che le autorità polacche non gli permisero di completare e che uscì solo nel 1987. Stando del clima oppressivo in Polonia, si trasferì definitivamente in Francia dove girò “Possession”, thriller horror con protagonista una demoniaca Isabelle Adjani. Più tardi realizzò “L’amour braque”, l’amore balordo, un libero adattamento in chiave gangster movie de “L’idiota” di Dostoevskij con Sophie Marceau nei panni di una prostituta che si innamora di un fuggiasco. Durante la lavorazione si innamorò della Marceau, cui rimase legato per 17 anni. Tra i suoi ultimi lavori, La sciamana (1996), La fidélité (2000) e Cosmos (2015), film per il quale l’anno scorso ha vinto al Festival di Locarno il Pardo per la migliore regia.
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