Ai carabinieri disse: «Non metto la cintura per motivi religiosi»

di PAOLO RUMIZ
Così parlò Carlo Sciarrelli.
«No voleria essere in mar stanote con un tempo compagno». Così, al largo di Rovigno, col motore in panne in una notte di buriana a rischio di collisione con i mercantili, con il suo cat-boat, assieme all'ingegnere navale Enrico Buschi.
«Ah, lei la xe el classico dotor che vol vinzer la regata». Così a neurologo Leontino Battistin, che gli aveva chiesto di costruirgli una barca.
«Basta poco per tener viva l'anima di una barca. Basta non toccare il punto in cui si è rintanata. Non se va nemmeno se ci metti divani di plastica. Poi magari un giorno si spacca un bracciolo a ricciolo ed è finita. L'anima è andata e poi non torno nemmeno se ci spendi milioni in restauri». Dattiloscritto dal titolo "Decadenza".
«No go mai visto tante barche brute come ala Barcolana». Così alla vigilia della regata nel 2003. Poi si recò regolarmente a vederla.
«Sciarrelli è antiquato perché le sue barche sono belle». Dichiarazione al sottoscritto alla vigilia della partenza a vela per Lepanto, nel giugno del 2004.
«Sciarrelli, è vero che la 'Stay sail' è una vela strategica». Così una ricca signora vestita da skipper a una conferenza stampa all'Adriaco. Risposta: «Certo, strategica. El primo che la cava ga vinto».
«Mia zia diseva: go un nipote cussì cocolo che disegna bele barche. Eco: cussì i me ga conossù in Adriaco. Dopo i me ga conossù a Trieste. Dopo i me ga conossù in Veneto e dopo in Italia. E cussì avanti». Da un articolo su “Il Piccolo” del settembre del 2006.
«È come un orologio guasto. Giusto due volte al giorno». Così il Nostro sull'utilizzo del "Wang", una diavoleria nautica che non esisteva sulle barche antiche.
«Le barche se fa in nove mesi, come i fioi». Da un'intervista del sottoscritto, sempre alla vigilia della partenza per Lepanto, giugno 2004.
«Guardi che quadro raro che ho comprato», si vanta con Sciarrelli un famigerato politico triestino in una casa d'aste. E lui: «Sì, raro come i suoi estimatori».
Strada da Rimini a Mestre dopo una regata Rimini-Corfù-Rimini. I Carabinieri fermano la macchina per controlli. «Lei perché non porta la cintura di sicurezza?». Risposta: «Perché non credo nell'immortalità». Il graduato: «Ah, è un motivo religioso... Andata, andate». Testimonianza dello skipper Sandro Chersi.
«Chi sono io per dare consigli. Sono solo un pensionato delle Ferrovie che fa lavoretti in casa e si diverte a disegnare». Così a Enrico Buschi all'inizio della loro lunga amicizia.
«La barca? È un oggetto perfettamente inutile. È per questo semplice motivo che deve essere bellissima». Battuta colta dall'ing. Carlo Cazzaniga da Moncalieri, considerato da C. S: il suo miglior committente.
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