Al Miela Cornacchione impiegato Olivetti. E Mizzi fa Osiride Brovedani

Industria in scena con “Prosa Curiosa” al Miela, i Papu raccontano la Zanussi, Aida Talliente dedica una storia a don Vatta, Paolo Rossi col nuovo spettacolo
Antonio Cornacchione
Antonio Cornacchione

TRIESTE E sono (quasi) 30. Manca poco, infatti, alla data del 3 marzo, quando il Teatro Miela taglierà il traguardo del trentennale della sua importante storia. Un momento significativo e prezioso per gli artefici di questo successo, per chi sta davanti e dietro le quinte come per l'affezionato pubblico, occasione perfetta per rilanciare la “Prosa Curiosa”, "stagione nella stagione" che da febbraio a maggio presenterà spettacoli raffinati e al tempo stesso popolari, sette più due nel "Ridottino". A metterli in scena, artisti legati al teatro per affinità e visione: ci sarà un'importante anteprima nazionale, il ritorno del premio Ubu miglior attore 2018 con un laboratorio con non vedenti tutto triestino, una voce femminile che racconterà storie dimenticate tra cui una dedicata a Don Vatta e alla comunità di San Martino al Campo, e ancora, fatto insolito, ben tre storie d'industria "illuminata", con due che guardano direttamente al tessuto locale (Zanussi e Fissan). Ad Antonello Taurino l'onore di aprire la rassegna: giovedì 27 febbraio debutterà con "Trovata una sega!", racconto su Livorno, Modigliani e il memorabile scherzo delle teste ritrovate nell'estate 1984, riletto dal poliedrico comico pugliese tra momenti comici e ombre drammatiche.

«È anche un gioco di coincidenze - racconta Alessandro Mizzi - perché per il trentennale abbiamo chiamato e voluto con tutta la nostra forza artisti che sono stati presenti in tutti questi anni al Teatro Miela: ovviamente Paolo Rossi, ma anche Antonio Cornacchione, che in questa occasione non verrà a fare il comico, lo stand up o il cabaret, ma a raccontare una storia che appartiene alla sua vita» Ecco quindi, secondo spettacolo in cartellone, il 12 e 13 marzo, "D.E.O. Ex Macchina Olivetti" di e con Cornacchione che racconterà la vera storia dell’imprenditore Olivetti e la sua esperienza diretta d'impiegato in azienda.

«Sono rimasto incuriosito anche quando i Papu, ormai di casa al Miela, mi han raccontato del loro spettacolo a Pordenone in occasione dei 100 anni della Zanussi, narrando un territorio e i suoi abitanti». "Si fa presto a dire elettrodomestico" è il titolo della pièce di Andrea Appi e Ramiro Besa che chiuderà la rassegna il 21 e 22 maggio. «Ricorda di quando l'industria era legata a un territorio - spiega Mizzi - mentre adesso siamo alla delocalizzazione totale. Lì invece c'era un tessuto, una comunità che partecipava, la fabbrica non era un luogo di sfruttamento e gli imprenditori si occupavano delle esigenze dei lavoratori, non in maniera sindacale ma umanista».

Anche a Trieste c'è una storia particolarmente virtuosa da raccontare, ed è il frammento triestino in questa sorta di "trittico industriale": quella del "signor Fissan” e della sua azienda nata in una palazzina del rione di San Giacomo. Bonawentura l'ha fatta sua producendo "Osiride Brovedani", che andrà in scena il 23 e 24 aprile, con Alessandro Mizzi a dar voce al protagonista. Tre i piani del racconto: la sua passione per la montagna, l'esperienza da deportato, quindi lo sviluppo della fabbrica integrata nel tessuto cittadino.

Tornando al cartellone, il premio Ubu 2018 Gianfranco Berardi sarà a Trieste con Gabriella Casolari per un laboratorio che formerà il coro del nuovo spettacolo “I figli della frettolosa” (27 e 28 marzo), riflessione irriverente sulla cecità che indaga il senso che ha oggi il "vedere" partendo da un particolare punto di vista: quello di chi guarda ma non vede.

Storie di accoglienza, il 9 e il 10 aprile, per l'unica donna in scena, Aida Talliente con il suo "Il Vangelo delle Beatitudini": quattro quadri per quattro storie, di cui una dedicata a Don Mario Vatta, costruttore di una delle più belle realtà d’accoglienza in città. «Ci ha colpito molto che storie di questo tipo che riguardano la città vengano raccontate altrove e da persone che osservano dal di fuori. Ci riempie d'orgoglio e c’interessa, in una settimana così importante per i credenti come quella pre-pasquale, ribadire cos'è la misericordia e il significato di aiutare gli ultimi».

«Non poteva mancare, ovviamente, Paolo Rossi - continua Mizzi -: nel corso degli anni è sempre venuto qui a testare e dare anteprime dei suoi spettacoli. "Il comandante delle cause perse: dall'Iliade alla Jannacceide" debutterà al Piccolo Teatro di Milano a fine maggio: e all'inizio del mese Rossi sarà a Trieste perché sicuramente una parte sarà prodotta e allestita qui. Quindi è uno spettacolo che nasce a Trieste e che ha a che fare con la città, visto che si avvale molto spesso della nostra collaborazione». Dal 6 all’8 maggio, quindi, l'anteprima nazionale al Miela. Curiosando nel Ridottino, infine, ancora due spettacoli da camera con reading: la ripresa di "Barbablu" e l'inedito "Zeno (non quello, un altro)», il nuovo stand up di Stefano Dongetti.

I biglietti sono già disponibili in prevendita, con una riduzione under 30 per festeggiare i 30 anni del teatro e una promozione al costo di 32 euro riservata a chi acquisterà entro il 10 aprile 4 spettacoli a scelta all’interno della rassegna. —


 

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