Al Revoltella “Corrispondenze d’arte” tra pittura, scultura, video e musica

Il Museo Revoltella rivive di luce nuova con il progetto "Corrispondenze d'arte 3", che si è aperto ieri con un open day. A presentare la poliedrica iniziativa - pittura, scultura, video, musica e installazioni ed è curata dalla conservatrice Susanna Gregorat e da Lorenzo Michelli - oltre agli stessi, l'assessore alla Cultura Giorgio Rossi, il direttore dei Musei Civici Nicola Bressi e il segretario generale Fondazione CRTrieste Paolo Santangelo. Il fascino dell'evento, visitabile fino al 9 ottobre, consiste nel riuscito rapporto biunivoco tra l'arte contemporanea e alcune opere delle collezioni permanenti o location del Museo. È il caso dei giovani pittori Emiliano Troco, Aleksander Veliscek, Thomas Braida e Valerio Nicolai, che colloquiano con maestri dell'800 quali Giorgio Belloni, Antonio Mancini, Umberto Veruda e altri. Ma ci sono anche artisti più maturi come Antonio Sofianopulo, il cui eccellente dipinto, ispirato a una "visione" naturalistica, è accompagnato dalle note del maestro Fabio Nider, mentre Furio Bordon ha scritto un testo per il lavoro di Mario Sillani Djerrahian. Un magnifico coup de théâtre è rappresentato dalle sculture sonore di Michele Spanghero, che reinterpreta così delle opere di Mascherini e Rovan. Molto legato alla sonoro è anche il video sul labirinto di Villa Revoltella di Paolo Ravalico Scerri, esibitosi pure al mandolino in un'inattesa performance. E alla Villa con cappella "fuori porta" del barone ha pensato con due lavori pure Barbara Stefani, interprete anche del video.
Momenti alti della rassegna multimediale sono la sequenza di disegni a grafite di Serse, le partiture cromatiche di Massimo Kaufmann, l'iterazione del cerchio di Luigi Carboni, l'efficace bellezza dello spazio dedicato al pianoterra ad Alighiero Boetti, l’eleganza del progetto Galla Placidia Two di Anna Lombardi e le performance su Leonor Fini con testi di Corrado Premuda, drammaturgia di Alessandro Marinuzzi e interpretazione di Sara Alzetta e "A casa del barone" di Manuela Sedmach, testo di Fabio Giovagnoni e voci di Lorenzo Acquaviva e Sedmach. Divertente il gioco cromatico di Elisa Vladilo per Guarino, il curioso spioncino di Marco Covi, le foto di Fabrizio Giraldi e Carlo Andreasi e l'installazione di Carlo Bach, l'intuito scenografico di Luciano Celli, gli ironici disegni di Marina Cons, il paesaggio con ferula di Ludovico Bomben e Michele Tajarol, le opere sognanti di Sedmak e la scritta luminosa di Matteo Attruia.
Marianna Accerboni
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