Al Verdi di Pordenone il piano di Benedetto Lupo

PORDENONE. Al Teatro Verdi di Pordenone domani, alle 20.30, torna in esclusiva regionale il pianista Benedetto Lupo, protagonista di un recital che lo vede impegnato in un nuovo programma che spazia da Leos Janacek a Skrjabin fino a Nino Rota. Si tratta un programma a lungo pensato quello scelto da Lupo, dove il pianista riesce a dare il meglio di sé, in un perfetto equilibrio tra classico e contemporaneo in una impeccabile tensione formale, fondato su quel personalissimo e mirabile equilibrio tra lavoro, qualità, eccellenza cui il celebre pianista ha abituato il pubblico.

A dialogare nel programma sono due raccolte di preludi, quelle di Nino Rota e di Aleksandr Skrjabin. Famoso per la sua vasta produzione di colonne sonore, su tutte quelle per Il Padrino, Nino Rota fu tra i protagonisti della vita musicale italiana del novecento e scrisse anche molta musica strumentale. Questi preludi rappresentano un esempio emblematico per l’estetica del compositore italiano lontana dalle speculazioni razionali della musica mitteleuropea, ma dedita al predominio della melodia e della piccola forma. I Preludi di Skrjabin fanno da eco all’opera, ben più nota, di Chopin che rappresenta il padre e l’esempio musicale più importante e più significativo per lo sviluppo della prima maniera del compositore russo.

A preludiare queste due opere, la prima sonata di Leoš Janáček, la più ampia dedicata al pianoforte solista, è un urlo in favore della nascita e dello sviluppo della cultura e della tradizione ceca.

«Ho scelto per l’occasione due raccolte di preludi - spiega il pianista - per un un percorso di alta densità emotiva, dove momenti drammatici si alternano a zone liriche e sognanti». —

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