Al via il premio nel nome di Luttazzi Rita Marcotulli è direttore artistico

A Lelio Luttazzi sarebbe piaciuto moltissimo vedere quanti ragazzi e ragazze, ancora oggi, sono rapiti dalla stessa sua passione, quella per il jazz. E proprio per loro è pensato il Premio Lelio Luttazzi, il riconoscimento biennale ispirato al maestro triestino e rivolto ai giovani talenti del jazz. La quarta edizione è partita con l’apertura delle iscrizioni: possono inviare la loro domanda, fino al 30 aprile, giovani cantautori e pianisti jazz di età compresa tra i 16 e i 30 (il regolamento è sul sito www.premiolelioluttazzi.it).
Due le novità di quest’anno: la direzione artistica affidata a Rita Marcotulli, una delle più importanti pianiste jazz italiane che ha lavorato, tra gli altri, con Pino Daniele, Pat Metheny, Chet Baker e Billy Cobham, e il prestigioso riconoscimento del Premio con l’alto patrocinio del Parlamento europeo. La fase delle prefinali si svolgerà come sempre a Trieste, verso la fine di maggio. La scorsa edizione si è tenuta alla Biblioteca Stelio Crise, che ospita anche lo Studio Luttazzi dedicato all’artista, quest’anno il sogno «sarebbe farla nella sala polifunzionale che il Comune sta costruendo in Porto Vecchio, con l’idea di intitolarla a Lelio», dice la moglie Rossana Luttazzi, presidente della Fondazione Luttazzi.
«Siano partiti un po’ in ritardo con la speranza di poter realizzare sia la prefinale che la finale di Roma, con una minima presenza del pubblico. Dopo la raccolta delle domande, la giuria farà una prima scrematura alla ricerca dei 6 pianisti e 6 cantautori jazz che parteciperanno alla prefinale di Trieste. Lì verranno selezionati i 3 pianisti e i 3 cantautori che accedono alla finale di Roma, a fine giugno, dove di solito si esibisce anche il Lelioswing Quartet, composto dai musicisti con i quali suonava Lelio: Massimo Moriconi al contrabbasso, Nico Gori al clarinetto, Lorenzo Hengeller al pianoforte e Gianluca Nanni alla batteria».
Le giurie degli scorsi anni hanno riunito nomi importantissimi della musica, fra i quali il pianista Riccardo Biseo, il compositore Franco Piersanti, il direttore artistico di VenetoJazz Giuseppe Mormile, il direttore artistico della Casa della Musica di Trieste Gabriele Centis e il cantante Stefano Palatresi.
Luttazzi è stato il pioniere assoluto dello swing in Italia, l’artista che più di tutti l’ha fatto conoscere al grande pubblico. «Chiedimi tutto, ma lasciami al mio vecchio jazz», cantava in un brano poi interpretato anche da Mina: e oggi tanti grandissimi del jazz contemporaneo, da Stefano Bollani a Danilo Rea, sostengono il Premio con affetto. Luttazzi, poi, amava stare tra i giovani: «Quando abitavamo a Roma, arrivavano a casa i ragazzi del conservatorio e Lelio teneva per loro lezioni gratuite», ricorda la moglie Rossana. «Lo faceva con grande amore. E tra di loro si creava empatia perché Lelio aveva un grande senso dell’umorismo: dopo la soggezione che avevano per lui all’inizio, diventavano amici». —
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