Alan Sorrenti: «Riporto a Trieste il vero Progressive d’autore»

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C'era una volta la musica progressive anni '70, l'altra anima del rock, quella dipinta tra testi colti, lunghe suite e sana voglia di osare. C'era ma ama farsi ancora respirare dal vivo, magari attraverso eventi come il Trieste Summer Festival, il progetto a cura dell'Associazione "Musica Libera" allestito al Castello di San Giusto, percorso che quest'anno punta a rinverdire temi, autori e colori del Prog d'annata, anche quello italiano, anzi, "made in Napoli".
Si, perché il primo degli appuntamenti, quello di domani con ingresso libero (alle 21) regala i Saint Just, storica band degli anni '70 figlia della "Naples Power", dove l'impegno recitava aperture all'epoca inedite, fatte di intrecci con il folk, il jazz o con il respiro classico. Meno teatrali degli Osanna ma forse più venati di psichedelia, i Saint Just basano molto del loro impatto sulla gran voce di Jenny Sorrenti, la vera passionaria del Prog tricolore, rimasta nel complesso fedele al verbo delle origini, pur spaziando poi tra diversi progetti da solista, alcuni dei quali la vedranno affiancata persino ad un giovane Pino Daniele.
A Trieste i Saint Just giocheranno molto sulla carta del "clan Sorrenti", Jenny e Alan, lei anima e leader, lui più conosciuto al grande pubblico, ma qui svestito dai colori melodici di "figlio delle stelle" e riportato alle trame anni '70, quando i suoi primi lavori, "Aria" e "Come un vecchio incensiere all'alba di un villaggio deserto", diedero impulso alla ricerca colta del Progressive d'autore: «Mia sorella Jenny mi ha dato l'opportunità di riaffacciarmi al Prog - commenta Alan Sorrenti, tornato sul mercato con un cofanetto contenente opere, demo e inediti dell'epoca - Il Prog è l'altra anima del rock, quella che ci ha fatto realmente vivere una autentica progressione creativa, esperienze complete nella ricerca e nella composizione». «Era un sinonimo di forte libertà - aggiunge il cantautore napoletano - ma coniugata nel contempo anche a delle ideologie in auge, come i movimenti pacifisti o i "figli dei fiori". Ci credevamo molto, era la "rottura" epocale che serviva in quel momento e io ci ho partecipato in modo consapevole e inconsapevole allo stesso tempo». Cresciuto a Tim Buckley e King Crimson, Alan Sorrenti passerà poi al Pop cantautorale, più ricco di successi e vivido di maggior impatto nel mercato. Molti album, tanti stili, e persino un lavoro coltivato a Trieste e dintorni, si tratta di "Sottacqua" del 2003, dove Alan Sorrenti troverà ispirazione anche tra i tramonti e gli scogli di Duino. Sul palco di San Giusto la veste sarà tuttavia quella Prog, con la voce di Jenny Sorrenti in cattedra, il fratello Alan a riaprire gli antichi capitoli e una formazione composta da Giuseppe Spinelli alla chitarra, Davide Ferrante alla batteria, Giuseppe Mazzillo alle tastiere e Dario Spinelli al basso. —
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