Ale e Franz sono Giulietta e Romeo in uno Shakespeare tutto maschile

D’accordo che a teatro (e non solo a teatro) non ci si stupisce più di nulla, ma Shakespeare interpretato da Ale e Franz non può non incuriosire, specie se si tratta di uno dei lavori più celebri del Bardo: “Romeo&Giulietta. Nati sotto contraria stella” apre stasera, alle 20.45, la stagione del Verdi di Gorizia, da tempo esaurito per vedere alla prova il duo reso celebre da Zelig. Il cast è interamente maschile, con gli attori che son chiamati a sostenere anche i ruoli femminili, e i protagonisti non sono i personaggi del lavoro di Shakespeare, ma sette vecchi comici girovaghi capitanati proprio dal duo. Lo spettacolo sarà in scena anche al Teatro Nuovo Giovanni da Udine domani (ore 20.45), sabato (alle 16 per Teatro Insieme e alle 20.45) e lunedì (alle 20.45). Domani alle 17.30 i due attori incontreranno il pubblico al teatro udinese.
Ale, quanto c’è, quindi, di Shakespeare?
«Il 100%. Noi siamo una sovrastruttura di Shakespeare, una compagnia di attori improbabili, con difetti e manie che sono per così dire soltanto “visive”, nel senso che il suo testo non è toccato, tranne che in alcune parole, in alcune frasi. Insomma, sono proprio gli attori, con i loro atteggiamenti, con i loro difetti, a raccontare la vicenda».
Di che attori si tratta?
«Di un gruppo che si è occupato delle scenografie, delle luci, dei costumi e di ogni altro elemento dello spettacolo. È una compagnia di disperati che però, alla fine, con il grande amore che ha per il teatro, riesce a raccontare cos’è il lavoro di Shakespeare: appunto, Romeo e Giulietta».
Qual è il suo ruolo e quale quello del collega Franz?
«Come anche altri attori, abbiamo dei doppi ruoli. Franz è il narratore, ma anche Romeo. Io sono il Principe della Scala e Giulietta».
Come nasce l’idea?
«Da un’intuizione e, naturalmente, da una drammaturgia e da una fortissima regia di Leonardo Muscato. Si tratta di uno spettacolo che aveva fatto una dozzina di anni fa con altri attori. Noi l’abbiamo visto e abbiamo corteggiato Leonardo a lungo, fino a convincerlo. Il debutto è stato in estate, al Festival Shakespeariano di Verona. Quella di Gorizia è l'ottava replica».
Quanto c’è, nello spettacolo, della vostra abituale comicità?
«Sicuramente, ci prestiamo alla comicità del testo originale, perché non va dimenticato che anche Shakespeare usava l’ironia all’interno delle sue tragedie; inoltre, commedia e tragedia vanno abbastanza spesso a braccetto. Shakespeare aveva scritto dei passaggi molto divertenti: basta analizzarli con il giusto piglio e, una volta interpretati, non possono non far ridere molto. Quindi, nello spettacolo c'è la comicità di Shakespeare ma, in più, c'è anche quella del gruppo di comici come lo si intendeva nella commedia dell’arte, nel teatro elisabettiano. Così, si ride fino alla svolta seriosa raccontata dall’autore. Tutto, infatti, con Shakespeare è coerente».
Al di là del “Romeo e Giulietta”, cosa avete in programma, in duo?
«Siamo impegnati anche con “Che tempo che fa”, il programma di Fabio Fazio. Inoltre, con lo spettacolo si prospetta una tournée molto intensa. Purtroppo, altri spazi, in questo momento, non ne abbiamo proprio». —
Riproduzione riservata © Il Piccolo