Alessandro Barbero «La pandemia? Ci dirà se l’Unione Europea ha ancora un senso»

Paolo Marcolin
«Da piccolo mi piaceva giocare coi soldatini di Napoleone e quando sono diventato grande ho scritto un romanzo storico sull'età napoleonica ('Bella vita e guerre altrui di Mr Pyle, gentiluomo', premio Strega 1996, ndr): era un modo per poterci vivere dentro senza rischiare la pelle».
Alessandro Barbero, lo storico più pop dei nostri tempi, quello che vedi in tv muoversi da padrone tra le stanze di un castello medievale e che riempie i teatri trascinando la gente con la sua contagiosa passione per il passato, non si smentisce. Anzi, dimostra come gli vada a pennello la motivazione con la quale gli è stato attribuito il Premio Hemingway 2020 per l’Avventura del pensiero: "per la capacità di rendere viva e soprattutto empatica una materia di studio spesso concepita come asettica, attraverso uno stile narrativo sobrio equilibrato e avvincente, e una conoscenza vastissima dei periodi trattati".
In attesa di ricevere il Premio (presieduto dallo scrittore Alberto Garlini e promosso dal Comune di Lignano Sabbiadoro, attraverso la collaborazione con la Fondazione Pordenonelegge), che gli sarà virtualmente consegnato sabato alle 18.30 (la cerimonia si svolgerà sempre online, sul sito premiohemingway.it e inoltre sui social del Premio Hemingway, sul sito e i social pordenonelegge.it e lignano.org) ieri Barbero ha scaldato i motori rispondendo alle domande che gli sono state rivolte durante la conferenza stampa di presentazione.
Una ghiotta occasione per stuzzicare il professore sull'evento per eccellenza della nostra attualità, la pandemia. Ragazzi, ha risposto spigliato come sempre, lo storico valuta solo i fatti conclusi. «Ma se proprio volessimo considerarla finita e volessimo fare il gioco di immaginare cosa risponderebbe uno storico del futuro, allora la cosa più interessante che l'emergenza virale ha portato allo scoperto in questi mesi è che sappiamo davvero poco dei meccanismi decisionali». Viviamo in una fase in cui l'intrico dei poteri e la sovrapposizione delle competenze sfugge al controllo di tutti, ha sottolineato, e si è visto come ci si accalorava su quale fosse il soggetto cui competeva fare una cosa, senza capire se fosse il sindaco, la regione, il governo o l'Unione europea. E a proposito della Ue, questa pandemia sicuramente ci dirà una cosa, è convinto Barbero: se la crisi che l'ha investita segnerà il canto del cigno dell'Unione, oppure sarà l'inizio di una nuova, positiva, fase.
In attesa di vedere come andrà a finire, l'occhio dello storico si posa su questi primi due decenni del Duemila e cosa trova? Poca roba, niente a che spartire con gli eventi di un secolo fa, è il giudizio che si lascia sfuggire con un po' di rammarico, da studioso che pregusta con l'acquolina in bocca il grande avvenimento.
Tocca accontentarsi di qualcosa che si muove sotto pelle: migrazioni, disuguaglianze economiche, mutamenti climatici, espansionismo cinese. «Se pensiamo al 1920, chi si guardava alle spalle aveva già una guerra mondiale e la Rivoluzione d'Ottobre, per dire solo i più grossi, eventi che hanno riempito da soli intere biblioteche; e in Italia c'era stato l'assassinio di re Umberto e catturavano la scena personalità come Giolitti».
Barbero è deluso da questo primo scorcio del secondo millennio, deluso da storico abituato a confrontarsi con lo studio dei grandi avvenimenti e con le personalità che 'fanno la storia', che in giro non si vedono.
Intanto la hystoric-star piemontese continua a dividersi tra la sua attività di divulgatore - il suo ultimo saggio è dedicato alla battaglia di Caporetto (Laterza) - e di narratore tout court. Il prossimo romanzo sarà pubblicato da Sellerio e tratterà della Guerra civile americana. «Un romanzo inedito, ma che ho scritto parecchi anni fa, stava in un cassetto. Si parlerà anche di un tema tornato di attualità: bianchi e neri...». Per tutti gli appassionati di Barbero, il professore sarà in streaming sabato prossimo alle 11, sul sito premiohemingway.it, per un’intervista condotta dallo scrittore Gian Mario Villalta. —
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