Amore e sospetti fra le due (belle) spie

In “Allied” Robert Zemeckis sfrutta al meglio Brad Pitt e Marion Cotillard

La guerra, lo spionaggio, il tradimento, la passione: ci sono davvero tutti gli ingredienti del più classico dei mélo nel nuovo film di Robert Zemeckis, uno che non ha paura di saltare fra i generi, da "Ritorno al futuro" (1985) a "Forrest Gump" (1994), dall'animazione di "Polar Express" (2004) a "The Walk" (2015) in 3D.

Stavolta Zemeckis in “Allied - Un'ombra nascosta” mette insieme due super star come Brad Pitt e Marion Cotillard per raccontare la vicenda, pare ispirata a una storia vera, del canadese Max e della francese Marianne, due spie che s'incontrano in missione segreta a Casablanca nel 1942, ingaggiate per uccidere l'ambasciatore tedesco in Marocco. Nel frattempo s'innamorano, decidono di sposarsi e trasferirsi a Londra, hanno una figlia sotto le bombe. La guerra però, col suo strascico di segreti, minacce e paure, avvelenerà la loro storia d'amore con un sospetto: Marianne è davvero chi dice di essere?

Uno dei fili rossi del cinema di Zemeckis è l'alta dose di spettacolo dei suoi lavori: e anche qui, dalla prima mezz'ora marocchina fortemente "spy" a una scena di sesso girata con la macchina da presa che vortica intorno ai protagonisti in mezzo a una tempesta di sabbia, fino alle sequenze dei bombardamenti cittadini a Londra, tutto è molto "spettacoloso". In più, il regista gioca facile sul glamour della coppia dei suoi protagonisti, che dimostrano un'ottima chimica (così buona che, dice il gossip, sarebbe stato un loro flirt sul set a mandare in frantumi il matrimonio tra Pitt e Angelina Jolie). Affascinanti, fasciati in costumi elegantissimi e in mezzo a un set, quasi tutto digitale o ricostruito in studio, dove ogni dettaglio estetico è stato studiato con cura, Max e Marion sono davvero belli da vedere. E Zemeckis si diverte a citare anche esplicitamente tanti classici ambientati negli anni '40, dal mitico "Casablanca" di Curtiz a "Lawrence d'Arabia" di Lean, fino a "Notorius" di Hitchcock, anche se siamo lontani dall'eleganza formale degli originali. La trama, comunque, scivola via alla perfezione: merito dello sceneggiatore Steven Knight, uno che ha scritto "La promessa dell'assassino" di Cronenberg e ha debuttato anche alla regia col magistrale "Locke". (e.gra.)

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