Andrea Magnani con “Easy” in corsa per il David

Ci sarà anche aria di Trieste ai prossimi premi David di Donatello, gli “Oscar” al cinema italiano che saranno assegnati il 21 marzo in prima serata su Rai1 in una cerimonia-evento condotta da Carlo Conti: fra i candidati c’è Andrea Magnani, riminese ma triestino d’adozione, che ha conquistato la prestigiosa nomination come miglior regista esordiente per il suo film “Easy – Un viaggio facile facile”, prodotto dalla triestina Pilgrim Film con la Bartleby di Roma e l’Ucraina Freshproduction. Nominato anche l’eccezionale interprete di “Easy”, Nicola Nocella, nella cinquina dei migliori attori protagonisti. Le candidature di quest’anno mostrano in generale un volto meno “romano-centrico” e la voglia di valorizzare la diversità del cinema italiano. Fra gli altri titoli, il più nominato è il “musical camorristico” girato a Napoli “Ammore e malavita” dei Manetti Bros (15 candidature), così come “Napoli velata” di Ferzan Ozpetek (11 candidature). In lizza come migliori film anche altri due titoli legati al capoluogo partenopeo, l’eccezionale film animato “Gatta Cenerentola” della factory napoletana Mad Entertainment e “La tenerezza” di Gianni Amelio (candidato anche per i suoi attori, il grande Renato Carpentieri come protagonista e Micaela Ramazzotti ed Elio Germano non protagonisti). Completano la cinquina del miglior film “A Ciambra” di Jonas Carpignano, che affonda le radici in Calabria, e “Nico, 1988”, l’emozionante biopic di Susanna Nicchiarelli sulla cantante tedesca Nico.
“Easy” invece parla del viaggio tragicomico di un uomo con una bara per riportare a casa in Ucraina la salma di un operaio morto in Italia. «Ho vissuto molti anni a Roma e stando lì la storia di “Easy” non mi sarebbe mai venuta in mente», dice Andrea Magnani, un passato da sceneggiatore per la tv, da “L’ispettore Coliandro” a “Distretto di polizia”. «Non avrei mai scritto “Easy” se non avessi abitato a Trieste in quel periodo della mia vita. Trieste è attaccata alla frontiera, a un mondo diverso, a differenti culture: gettare lo sguardo al di là viene naturale». Alla candidature, dice Magnani, aveva cominciato a pensare da qualche giorno, «vedendo ad ogni proiezione la vicinanza del pubblico col film. Sono contentissimo e ho subito chiamato Nicola: rideva e piangeva allo stesso tempo. Ho iniziato a scrivere “Easy” nel 2010: è come se per tutti questi anni avessi gestito e curato tra mille difficoltà un figlio». La nomination di “Easy”, così diverso dai canoni della commedia italiana tradizionale, e di tanti altri film più vicini al cinema di genere dice che forse c’è davvero voglia di un cinema italiano diverso, soprattutto di taglio brillante. Lo dimostrano il pieno di nomination di “Ammore e malavita” dove i Manetti Bros (candidati come migliori registi insieme a Ferzan Ozpetek, Gianni Amelio, Jonas Carpignano e Paolo Genovese) virano al musical la storia di camorra, mescolando in una formula travolgente gangster movie e sceneggiata napoletana, meritando anche le nomination per Carlo Buccirosso e Claudia Gerini come migliori attori non protagonisti. E aria nuova portano anche le tre candidature di “Come un gatto in tangenziale” di Riccardo Milani, il film italiano più visto della stagione (con più di 9 milioni di euro al box office), commedia intelligente sull’Italia della crisi vista da proletari e radical chic, giustamente nominato per i suoi interpreti: Paola Cortellesi (miglior attrice), Antonio Albanese (miglior attore) e Sonia Bergamasco (miglior non protagonista). Ferzan Ozpetek si reinventa con un mistery, “Napoli velata”, forse il suo film più conturbante ed esoterico, 11 candidature anche per i suoi ispirati interpreti: Giovanna Mezzogiorno e Alessandro Borghi migliori protagonisti, Anna Bonaiuto e Peppe Barra migliori non protagonisti. Ed esce dagli schemi anche “The Place” di Paolo Genovese, tutto girato in un ristorante: 9 nomination, compresa quella al magistrale e luciferino Valerio Mastandrea.
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