Andro Merkù: «Adoro il Papa ma presto torno a pungere»

L’ultima “vittima” è stata l’aspirante presidente della Federcalcio Carlo Tavecchio: il “finto” Luciano Moggi gli ha fatto confessare giudizi non certo lusinghieri sul presidente dimissionario Giancarlo Abete, sull’ex ct della nazionale Cesare Prandelli e sul concorrente alla massima poltrona del calcio italiano Demetrio Albertini.
Per l’imitatore triestino Andro Merkù l’ennesimo colpaccio professionale a chiusura di questa stagione radiofonica vissuta ai microfoni della “Zanzara” di Radio24, che l’ha visto portare personaggi come Pierluigi Odifreddi, Magdi Allam o Severino Antonori a confessarsi con il “suo” papa Francesco o, ad esempio, litigare con Carlo Taormina e polemizzare con Pippo Baudo spacciandosi ancora per Luciano Moggi. Il tutto tra le punzecchiature del conduttore della “Zanzara” Giuseppe Cruciani e del suo alter ego David Parenzo.
«Se oltre al lavoro in radio poi ci mettiamo anche le apparizioni televisive a Matrix su Canale 5 e i servizi che mi sono stati dedicati da vari tg, direi che le mie soddisfazioni in questa stagione me le sono tolte davvero. E poi è stato un vero onore prestare la voce a papa Francesco nel film-documentario “La Grande Storia” andato in onda su Rai3 a maggio. Adoro questo papa. Mi piace da pazzi» confessa Andro, tornato a Trieste per godersi un po’ di riposo in attesa di riprendere le maratone radiofoniche a settembre. «Ma la radio per me è una passione infinita. Sognavo da tempo di approdare in una grande emittente, in una grande trasmissione. E ci sono riuscito. Certo, ho dovuto fare scelte pesanti: mi sono trasferito da Trieste a Milano, rimettendomi completamente in gioco e rischiando moltissimo. Ma il tempo è volato: lavorare al fianco di professionisti come Giuseppe Cruciani e David Parenzo, o Davide Paolini, Carlo Genta, Pier Luigi Pardo, Alessandro Milan, Oscar Giannino e tanti altri è per me un sogno. Ma attenzione. Faccio parte di una redazione in cui ci sono tre vere e proprie macchine da guerra: Laura Marchesi, Riccardo Poli e Riccardo Bucciero. Il successo della “Zanzara” è anche merito loro».
Tante voci prese in prestito, tanti scherzi impietosi, tanti scoop “rubati”. «Ma l'intervento in diretta come “falso” Luciano Moggi con l'avvocato Carlo Taormina è stato il top del divertimento - confida Merkù -: Taormina aveva twittato dei messaggi in cui si accaniva contro la Juventus e contro Luciano Moggi. Durante la diretta in cui Cruciani intervistava l'ex avvocato della Franzoni, intervenni a mia volta telefonicamente e ne venne fuori una furibonda lite radiofonica, fatta di insulti e minacce di querela. Per due giorni, tutta la stampa nazionale ritenne si trattasse veramente di Luciano Moggi e che avessero veramente litigato. Incredibile! Dopo due giorni Cruciani contattò il vero Moggi che gli confidò di aver ricevuto centinaia di telefonate di tifosi bianconeri che gli dicevano: “Bravo, hai detto a Taormina ciò che si meritava, sei un mito!” E se la rideva. Poi Cruciani contattò Taormina che non sembrava propriamente contento, ma alla fine accettò lo scherzo. Il bello è che in seguito intervenni un'altra volta come “falso” Moggi con Pippo Baudo, che ovviamente ci cascò, e il vero Moggi sulla stampa mi ringraziò pubblicamente per averlo in qualche modo difeso. Mai avrei immaginato che io, interista fino al midollo, fossi tanto simpatico a Moggi, icona juventina!»
Insomma, gli scherzi telefonici di Merkù non sempre sono stati... graditi. Anzi. Vasta eco sui giornali, polemiche, solenni arrabbiature da parte delle vittime, e anche un acceso dibattito anche all’interno dell’Ordine dei Giornalisti: Merkù, pubblicista, ne è consigliere nazionale da quattro mandati. «Quello della “Zanzara” è un format particolarissimo, certamente border-line, me ne rendo conto. Scoperchiare certe pentole ti crea sì tantissimi amici ma anche qualche detrattore. Fa parte del gioco. Però non mi preoccupo più di tanto: c'è una clausola del mio contratto che mi mette al riparo da “brutte sorprese”. E comunque chi non risica... Quanto poi all’Ordine dei Giornalisti, c’è stata anche una mozione ufficiale perché mi dimettessi. Secondo qualche collega tale attività sarebbe incompatibile con il mio ruolo di consigliere nazionale. E così c'è stata una votazione che ha sancito la mia “assoluzione” con 85 voti a favore e 17 contrari. La stragrande maggioranza dei consiglieri nazionali ha capito che il mio ruolo di consigliere nulla ha a che fare con la mia attività alla “Zanzara”: Radio24, infatti, mi ha ingaggiato come imitatore e autore. E come pubblicista non ho l'esclusiva del mestiere di giornalista: in radio faccio altro. Al di là di queste considerazioni, però, vorrei citare Pablo Picasso che diceva: “L'arte è la menzogna che fa emergere la verità”».
E allora, dopo tanti successi e tante polemiche, adesso vacanza. E poi? «E poi a settembre si punge ancora: la mia avventura alla “Zanzara” continua e ne sono orgoglioso. Sarà sicuramente una stagione variegata, bollono parecchie cose in pentola, anche televisive. E per mia fortuna se ne occupa il mio agente Giulio Moroni. Chi vivrà, vedrà».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo