Anita Kravos dominatrice sadomaso

L’attrice goriziana nel film di Renato De Maria “La vita oscena”

VENEZIA. Oggi sul red carpet della Mostra arriva anche un pezzetto di Friuli Venezia Giulia: l'attrice goriziana Anita Kravos è nel cast di "La vita oscena" di Renato De Maria, insieme a Isabella Ferrari e al giovane attore francese Clément Metayer.

Il film, che sarà presentato in concorso nella sezione Orizzonti, è tratto dall'omonimo romanzo autobiografico in cui lo scrittore Aldo Nove racconta, tra l'onirico e lo psichedelico, il suo tentativo di sopravvivere al doppio lutto dei suoi genitori, quand'era poco più che adolescente.

Un trauma che il giovane Aldo affronta lanciandosi in un vortice doloroso e autodistruttivo di droga, sesso con prostitute, sadomasochismo, cercando anch'egli la morte.

Anita sbarca sullo schermo del Lido in personaggio parecchio particolare, ma cruciale: «È il ruolo di una dominatrice che, a colpi di frusta, rimette il protagonista in carreggiata», racconta l'attrice.

Anita è un'habitué della Mostra del Cinema: «È la mia terza volta al Lido. La prima è stata nel 2005, in un piccolo ruolo in "Saimir" di Francesco Munzi, sempre in Orizzonti. L'anno dopo sono tornata alle Giornate degli Autori con "Come l'ombra" di Marina Spada, il mio primo film da protagonista che mi ha portato molta fortuna. A Venezia, comunque, sono affezionata: ci sono andata spesso da spettatrice anche quand'ero ancora studentessa, adesso sono felice di tornarci dall'altra parte dello schermo». Per il ruolo del protagonista, De Maria ha scelto Clément Metayer, alto, corpo asciutto, sguardo inquieto, già visto al Lido due anni fa nel bel film di Olivier Assayas "Qualcosa nell'aria": una presenza che buca lo schermo. Nei panni della madre, una figura amatissima e solare la cui malattia spazza via la spensieratezza del protagonista, c'è invece Isabella Ferrari. L'attrice nella vita è anche la moglie del regista De Maria: i due non lavoravano insieme da quasi dieci anni, nel film "Amami". Il film per ora non ha ancora una distribuzione: fare il primo passo a Venezia, però, è sempre un inizio importante.

Elisa Grando

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