Antonella Ruggiero, una voce da “Cattedrali”
Era ancora una bambina quando la portavano alla Chiesa di Santa Maria di Castello a Genova e veniva rapita dalle note dell'organo e oggi «dopo una vita - racconta Antonella Ruggiero - sono riuscita a realizzare la mia idea che la voce umana potesse andare in perfetta armonia con quella dell'organo».
Il risultato di questo intreccio tra voce e strumento è racchiuso nell'album “Cattedrali”, registrato grazie al restauro dell'organo Mascioni della Cattedrale di Cremona e alla collaborazione con il Maestro Fausto Caporali, organista residente e professore al Conservatorio di Torino.
«Lavorando a fianco dell'organo della cattedrale di Cremona - spiega l'ex Matia Bazar - ho sentito la vita all'interno dell'organo: è un strumento che produce scricchiolii e sbuffi, tanto che spesso mi voltavo come se ci fosse qualcuno».
Una volta trovato lo strumento giusto per il suo progetto, Antonella ha scelto 14 brani nel vastissimo repertorio della musica sacra, dall'«Ave Maria» di Gounod al “Panis angelicus” di Frank (già interpretato con un quartetto d'archi in «Sacrarmonia» del 2001), dall'«Ave Maria» di Franz Biebl all'«Ave Maris Stella» di Mark Thomas. Nel florilegio non poteva mancare l'«Ave Maria» di De Andrè, interpretata la prima volta nel 2005 come finale del concerto-tributo Le Nuvole al Teatro Romani di Cagliari e in apertura del progetto collettivo «Amiche per l'Abruzzo». La scelta dei pezzi ha avuto un solo criterio: «Ciò che quei brani mi hanno dato a livello di intima suggestione, se questa manca - spiega l'artista - non riesco a entrare in un progetto a livello emotivo».
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