L’arcidiocesi di Gorizia porta in città le opere di Picasso, Rubens e Rodin

Presentata l’iniziativa che esporta il modello di Illegio. Si punta ad attrarre visitatori con l’arte «per la pace»

Alex Pessotto
Da sinistra, Lara Iob, don Geretti, l’arcivescovo Redaelli e il sindaco Ziberna (foto Marega)
Da sinistra, Lara Iob, don Geretti, l’arcivescovo Redaelli e il sindaco Ziberna (foto Marega)

Una Via Crucis laica, anche se dal carattere fortemente spirituale. E anche se formata da undici stazioni, invece delle tradizionali quattordici. Eppure, «non sarà una mostra, bensì un G7 dell’arte, che convoca d’urgenza i grandi della bellezza universale a un ideale tavolo di pace, per ricondurre a ragionare lucidamente e profondamente sul riscatto possibile e necessario dalla spirale delle prevaricazioni e dal suo strascico di sangue, distruzione e rancore».

È così che don Alessio Geretti presenta la prossima iniziativa di cui è curatore: “Sul confine della pace. La grande bellezza scuote il mondo in fiamme”, che aprirà sabato 8 novembre per chiudere domenica 8 febbraio 2026, un anno dopo l’inaugurazione di Go!2025. A ospitarla, a Gorizia, la suggestiva chiesa di San Carlo e due sale adiacenti del palazzo del Seminario.

Senza certo far le pulci a colui che è uno dei massimi artefici del miracolo Illegio, capace di trasformare con tenacia, passione e competenza un piccolo borgo in una meta di pellegrinaggi (artistici), si può persino parlare di un G11, tanti sono i capolavori che compongono l’esposizione: Canova, Rodin, Rubens, Gauguin, Raffaello, Manzù, Picasso. I nomi dei quattro che, al momento, mancano all’appello non sono stati ancora svelati, alimentando la suspense. E solo di Picasso, per ora, è dato sapere cosa si potrà ammirare: l’ampio cartone preparatorio, creato nel 1955, per l’arazzo di Guernica collocato nell’atrio del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, a New York. Era stato il futuro vicepresidente Usa, Nelson Rockefeller, a spingere il pittore spagnolo a realizzare «versioni che potessero arrivare maggiormente alla gente», come ha ricordato don Alessio, di alcuni dei suoi quadri.

Tra questi Guernica, datato 1937, il cui arazzo si deve a Jacqueline de la Baume Durrbach. «Nel complesso, quelle esposte sono opere provenienti da collezioni private, segrete, riservate, che solo raramente affiorano alla luce. Per questo, sta per inaugurarsi un percorso che ha davvero connotazioni di privilegio», ha aggiunto il curatore precisando che la mostra «non segue un criterio cronologico o stilistico, bensì ideologico e spirituale, di messaggio all’anima, dando all’arte tutta la voce che merita».

Tre le tappe di questo percorso. La prima, parole di don Alessio, illustrerà che «siamo noi la guerra irrisolta e quindi la facciamo in continuazione. I conflitti non riguardano solo le diplomazie internazionali, ma quelle intime». La seconda evidenzierà che «l’orrore della guerra è diventato solo con il tempo esplicitamente chiaro nell’arte. Ecco che da opere che la celebrano lietamente si passerà ad altre più crude e toccanti».

Infine, la terza vuol costituire «una proposta di superamento dei confini, da luoghi di conflitti a spazi di armonia».

Il progetto della mostra fa capo all’Arcidiocesi di Gorizia con l’amministrazione comunale della città isontina e ha nel Comitato di San Floriano di Illegio il braccio operativo, senza certo trascurare il supporto del Ministero della Cultura, della Regione e della Fondazione Carigo.

L’iniziativa è stata presentata lunedì 29 settembre al palazzo dell’Arcivescovado e, oltre a don Geretti, sono intervenuti l’arcivescovo di Gorizia Carlo Roberto Maria Redaelli, il sindaco Rodolfo Ziberna, la presidente dell’associazione Comitato di San Floriano, Lara Iob.

Del vicepresidente della Regione e suo assessore alla Cultura, Mario Anzil, è stato letto un messaggio di elogio all’esposizione, che si potrà vedere dai martedì alle domeniche dalle 10 alle 19 (ultimo ingresso alle 18). Tutte le visite saranno guidate e, molte, saranno tenute dal curatore. Da lunedì 8 dicembre a martedì 6 gennaio il percorso si potrà ammirare anche i lunedì con gli stessi orari.

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