Argento: «Andrò sul set del nuovo Suspiria»

TRIESTE. Dario Argento è atterrato ieri per la terza volta a Science+Fiction, dopo l’Urania d’argento ricevuto nel 2003 e poi, come premiatore, in occasione dell’Urania a George A. Romero nel 2011. Anche stavolta Romero è il motivo della presenza del grande Dario a Trieste, perché al Miela ieri sera Argento ha presentato la nuova copia digitale restaurata in 4K del capolavoro “Zombi” (1978) di Romero, prodotto dal regista romano.
«Si tratta della versione europea che, anche per le richieste della censura, ho realizzato all’epoca come produttore e di cui sono sempre stato molto contento – spiega Argento alla stampa -. Romero invece all’inizio ebbe un po’ di irritazione, anche perché negli Usa non c’era la censura, ma poi decise che la mia versione non era così male, e siamo rimasti molto amici. L’avevo fatto per lui, per far circolare in Europa un film che era un lucido attacco al consumismo, e che ebbe problemi anche col governo francese di destra. Oggi ‘Zombi’ è diventato un cult, probabilmente il più amato fra tutti i film di morti viventi di Romero, e annovera fan illustri come Nicolas Winding Refn».
A Trieste, nell’ambito di Fant’Italia, è stata proiettata anche una copia restaurata in pellicola dalla Cineteca Nazionale del suo secondo film, “Il gatto a nove code” (1971). Presentandolo, Alan Jones ha rivelato che si tratta di un film poco amato da Argento: «Lo consideravo un film troppo americaneggiante – conferma Argento –. Sarà perché c’erano attori americani importanti come Karl Malden e James Franciscus. Ma forse il mio era un giudizio eccessivo, con gli anni alcune sequenze le ho rivalutate».
Questo è un momento d’oro per la consacrazione dell’attività del Dario Argento più classico. Dopo “Zombi”, si celebrano altri restauri in 4k di due fra i suoi film più famosi, “4 mosche di velluto grigio” (1971) e “Suspiria”, del quale si festeggeranno i 40 anni in febbraio con l’uscita in sala della nuova copia.
«Per quanto riguarda ‘4 mosche di velluto grigio’ – sottolinea Argento – sono contento che presto esca il restauro, perché si tratta di uno dei miei film più importanti, un’opera chiave che ha segnato una svolta nella mia carriera e nel mio modo di fare cinema. Un film personale, psicanalitico, in cui indago come il subconscio ti suggerisca di fare delle cose di cui ti accorgi solo dopo perché. Il restauro di ‘Suspiria’ invece, che è già stato presentato ai festival di Cannes e Lione, è un’operazione importante per valorizzare il fondamentale aspetto visivo del film. L’avevo realizzato in Technicolor con un limitato stock di pellicola trovata dall’operatore Luciano Tovoli in America. Per la scarsità di pellicola dovevo così provare moltissimo e girare pochissimo, solo un paio di ciak essenziali dopo prove lunghissime. Ma il risultato è stato buono, tanto che è il mio film forse più apprezzato internazionalmente».
“Suspiria” infatti è oggetto ora di un atteso remake da parte del regista Luca Guadagnino (“Io sono l’amore”, “A bigger splash”). «Non ne sapevo molto fino a poco tempo fa, ma Guadagnino mi ha chiamato nei giorni scorsi – rivela Argento – e penso che la prossima settimana andrò a vedere come lo sta facendo. Un po’ di curiosità ce l’ho, ma naturalmente non dirò nulla. Comunque non mi pare un’operazione interessantissima, né utilissima, più commerciale».
La prossima regia di Argento sarà “The Sandman”, di cui si parla da un paio d’anni, ispirato all’omonimo racconto di E.T.A. Hoffmann, con la rockstar Iggy Pop nel ruolo del serial killer. «A febbraio dovremmo iniziare finalmente le riprese – annuncia il regista – ma non conosciamo ancora la location. Il problema è che ci sono una ventina di produttori, canadesi, tedeschi, francesi, del Qatar, che bisticciano fra loro, ma adesso dovrebbe essere tutto a posto».
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