Boris Pahor compie 103 anni. Festa a Lubiana e Trieste «in nome del dialogo»

C’è un parola che può salvare l’Europa, il mondo. Quella parola è dialogo. Boris Pahor non ha dubbi: il nostro futuro, la possibilità di sopravvivere, sono legati alla capacità, o meno, di...

C’è un parola che può salvare l’Europa, il mondo. Quella parola è dialogo. Boris Pahor non ha dubbi: il nostro futuro, la possibilità di sopravvivere, sono legati alla capacità, o meno, di convividere idee, sentimenti, ideali. Smettendo di pensare che la politica delle armi, dei muscoli esibiti anche quando non serve, della guerra come medicina indispensabile, porti alla pace. A una società ordinata. Alla fuga dal caos.

Ed è proprio “In nome del dialogo” il titolo del libro nuovo di Boris Pahor che viene pubblicato in Slovenia. Arriva nel giorno del suo compleanno: l’autore di capolavori come “Necropoli”, “Il rogo nel porto” e “Una primavera difficile”, infatti, compie oggi 103 anni. E a Lubiana ci sarà festa grande per lo scrittore triestino di lingua slovena, invitato a dialogare anche con il presidenmte della Repubblica Borut Pahor.

«È sbagliato accontentarsi perché il nostro mondo non va bene - dice Boris Pahor -. Dovremmo chiedere ad alta voce che il Parlamento europeo preveda un ministero che si occupi delle cose etiche».

Lo scrittore, che ha vissuto sulla propria pelle l’esperienza dei lager nazisti, ricorda il grido di dolore lanciato dall’intellettuale francese Stéphane Hessel, prima di morire, con i libri “Indignatevi” e “Impegnatevi”. «Non possiamo più aspettare che il nostro futuro lo costruisca chi non crede più nell’uomo, nell’importanza della convivenza pacifica. L’ho detto anche nel discorso che ho tenuto ad aprile al Parlamento europeo. Dobbiamo avere il coraggio di rifiutare una politica corrotta, governata da interessi sporchi che passano sopra le nostre teste».

Detto da una persona che ha visto il Male da vicino, e che oggi compirà 103, questo messaggio arriva con una forza dirompente

Anche a Trieste ci sarà chi farà festa per Pahor, perché «rappresenta per noi triestini una parte significativa della storia della città». Alle 17 verranno letti alcuni passi del libro dello scrittore triestino di lingua slovena “Piazza Oberdan”, pubblicato da Nuovadimensione e presentato nel 2010 a Pordenonelegge, nella sede del Narodni dom-Scuola internazionale degli interpreti, in via Filzi 14; alle 17.20, alla Libreria Slovena in piazza Oberdan: alle 17.40, sotto i portici davanti al palazzo già sede del comando delle Ss dal 1943 al 1945. L’iniziativa è un’anteprima della Marcia Perugia-Assisi “Per la fratellanza dei popoli”.

alemezlo

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