Cacciari «L’incontro con Sgalambro non positivo»

venezia

Franco Battiato e il filosofo Manlio Sgalambro «si sono incontrati per tanti motivi, ma forse sarebbe stato meglio di no per la parte artistica». Lo dice Massimo Cacciari che è stato amico di Sgalambro e al quale piace moltissimo Battiato. «Sgalambro era uno schopenhaueriano. Non credo abbia fatto molto bene questo filone critico e sostanzialmente pessimistico a Battiato che ha un po’ perduto quella vena di dissacrazione, la carica paradossale, ironica, a volte anche assolutamente scanzonata che aveva nelle cose sue come 'Bandiera bianca’» spiega Cacciari che preferisce il primo Battiato, anni ’60-70. «Può anche essere una nostalgia» dice, ma non vuole entrare nel merito dell'analisi musicale. «Non è il mio campo. Battiato è essenzialmente un musicista e va giudicato in quanto tale. Aveva studiato musica seriamente. Le sue prime cose erano sperimentali, d'avanguardia, difficili, di quella musica che ancora nessuno ascolta sostanzialmente. E i suoi testi certamente non sono banali, non sono sanremesi. Mi è sempre piaciuto moltissimo. Ha avuto esperienze straordinarie».

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