Caro asino, perdona gli uomini che ti hanno trattato sempre così male

Perché l'asino, tradizionale punto di forza delle economie povere, animale paziente e infaticabile, è associato nell'immaginario comune alla stupidità e all'ignoranza?
Roberto Finzi, classe 1941, storico del pensiero economico, dell’agricoltura e delle condizioni di vita rurali, partendo dalla definizione che dell'animale dà l'Enciclopedia Illuminista, che in poche righe ne tratteggia uso e destino, analizza nel libro “Asino caro - o della denigrazione della fatica” (Bompiani, pagg. 265, euro 13) la figura dell'asino nel mondo occidentale e ne segue l'evoluzione sul terreno culturale, simbolico e letterario.
Dopo quelli sul maiale (con “L’onesto porco” si era avventurato in una dotta quanto valorosa apologia del maiale, la più denigrata delle bestie), Finzi ora decostruisce i pregiudizi sul somaro. Che nel corso del tempo è stato santo, avventuriero, demonio e perfino sex symbol.
«Perché l'asino, tradizionale punto di forza delle economie povere, simbolo di umiltà e pazienza, è associato, nel linguaggio comune, alla testardaggine o all'ignoranza?» Finzi parte dai testi letterari più antichi, come il romanzo di Apuleio, al "Sogno di una notte di mezza estate" di Shakespeare, dalle novelle di Verga alla "Fattoria degli animali" di Orwell, spaziando fino ai Vangeli e alle raffigurazioni dell'iconografia medievale e moderna.
«Nella società contadina, pastorale, possedere molti asini - dice Finzi - è segno di prosperità e venirne privati equivale a una maledizione. Secondo una leggenda, nel Tempio di Gerusalemme ci sarebbe stata una testa d’asino aurea che era oggetto di venerazione. Nella storia di Balaam l’asino, o asina, è una specie di salvatore. E, nelle Historiae, Tacito racconta che, assetati nel deserto dopo la cacciata dall’Egitto, gli ebrei trovano l’acqua seguendo un branco di somari selvatici. Forse anche per questo nel mondo romano saranno derisi come popolo adoratore dell’asino...».
E nelle fiabe? «In Esopo, travestendosi da leone, l’asino non fa una gran bella figura. Ma in Perrault si sacrifica per salvare una fanciulla dalle mire incestuose del padre».
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