«Che responsabilità la cover di Sergio Endrigo»

di Elisa Russo
TRIESTE
I Dear Jack hanno fatto il pieno di fan anche all'appuntamento triestino alle Torri d'Europa. Un anno cominciato davvero alla grande per il quintetto partito nel 2014 da "Amici" della De Filippi (vincitori del premio della critica) e sbarcato a Sanremo con il brano "Il mondo esplode (Tranne noi)". Non solo impegni tv, ma anche concerti affollatissimi (a San Siro e all'Olimpico, in apertura dei Modà e poi da soli nei palazzetti), un primo disco da doppio platino e cifre di vendita del recente secondo disco sempre in ascesa. La formazione, composta dal cantante Alessio Bernabei, Francesco Pierozzi e Lorenzo Cantarini alla chitarra, Alessandro Presti al basso e Riccardo Ruiu alla batteria, era già stata in città per l'evento Cuffie d'Oro al Rossetti. «Avete la piazza più bella d'Italia, affacciata sul mare. Due di noi sono rimasti talmente affascinati da concedersi una notte in bianco per andare in giro a visitare Trieste, camminando sotto la pioggia».
È vero che siete molto amici della cantante Elisa?
«Sì, avevamo duettato ad "Amici" e ci siamo trovati benissimo con lei perché è una persona davvero straordinaria sia dal punto di vista artistico che umano, è molto rock nell'anima. Quest'anno sarà la vocal coach della squadra blu di "Amici" e le facciamo un grande in bocca al lupo».
E la cover di Endrigo "Io che amo solo te" per Sanremo?
«Ne abbiamo sentito il peso e la responsabilità. Già lo conoscevamo ma ne abbiamo approfondito la biografia, era un personaggio fantastico. Il suo pezzo ci è piaciuto tantissimo. Lo abbiamo riarrangiato in maniera molto personale. Siamo in contatto con sua figlia Claudia, è stata molto felice».
Cambiamenti dopo Sanremo?
«Prima di Sanremo ci riconscevano per strada quando facevamo 10 metri, dopo Sanremo ci riconoscevano ogni mezzo metro! È una vetrina importante. Si è aggiunta una fascia di pubblico di età più alta. E un aumento di maschietti!».
Come mai la vostra musica fa così presa sulle adolescenti?
«Il parlare d'amore da parte di 5 ragazzi le colpisce. Anche la componente dell'immagine ha il suo peso, ma non è solo quello. Noi cerchiamo di essere spontanei. Anche se dietro c'è una struttura organizzativa, la sincerità si sente».
La vostra gavetta potrebbe sembrare breve, invece…
«Abbiamo fatto anche noi il concertino alla sagra della lumaca! C'è sempre una grande preparazione dietro, lo studio dello strumento... E poi la gavetta non finisce mai, non si è mai arrivati».
Ascoltate qualcosa della scena indipendente italiana?
«Teatro degli Orrori, Ministri… Siamo stati a tanti concerti, ci sono grandi talenti, non solo tra i "big". Poi ognuno fa le sue scelte, i suoi percorsi».
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