Con “Abbi cura di me” Cristicchi va a Sanremo: «Vi darò emozioni»

L’attore domani in scena a Osoppo con “Li Romani In Russia”, poi di corsa al festival della canzone. «In futuro vorrei raccontare la storia dei “rimasti”»



«Non so se vincerò il festival, ma sicuramente la mia canzone è molto emozionate e commovente e vuole essere un messaggio di vita rivolto a tutti». Così sulla sua imminente partecipazione a Sanremo Simone Cristicchi, che domani sarà in scena al Teatro della Corte di Osoppo (Udine) nell’ambito della stagione curata da Aná-Thema Teatro, con “Li Romani In Russia”, lavoro tratto dall'omonimo poema in versi di Elia Marcelli, sul tema della “Campagna di Russia del 1941-43”. Immediatamente dopo Osoppo, il cantautore romano salirà sul palcoscenico della città dei fiori, per la quinta volta nella sua carriera, con “Abbi cura di me”, brano che dà il titolo all’ultimo lavoro discografico, in uscita l’8 febbraio a sei anni da “Album di famiglia”. Alla vigilia della sua nuova avventura sanremese (nel 2007 vinse con il brano “Ti regalerò una rosa”), sul significato e la genesi del brano, il cantautore romano spiega di aver deciso «di portarlo a Sanremo quando mi è stato proposto di partecipare al festival, perché mi rappresenta per quello che sono diventato oggi».

E sui contenuti, l’autore sottolinea che «in questa canzone parlo di tutto quello che ho imparato nella vita: felicità, dolore, amore, che poi muove tutto. Insomma questo brano – aggiunge – vuole essere un messaggio profondo, che va anche oltre le parole e la musica». Pezzo «molto moderno» nella scrittura, nell’arrangiamento, dice Cristicchi, «è orchestrato secondo uno stile che ricorda molto quello delle colonne sonore cinematografiche». Il risultato, secondo l’autore, «è una canzone senza tempo, che vuole consegnare a chiunque la ascolti qualcosa di universale».

Del Friuli Venezia Giulia, terra alla quale sono legate alcune delle sue opere più importanti, come “Orcolat ‘76”, progetto del 2017 dedicato al ricordo del sisma che sconvolse il Friuli Venezia Giulia nel 1976, e “Magazzino 18” (2013), sulla pagina dolorosa dell’esodo, il cantautore afferma «è la mia regione d’adozione». «A questi luoghi – aggiunge – mi lega un sentimento di affetto costante e crescente, credo ricambiato». Quanto a “Li Romani in Russia– Racconto di una guerra a millanta mila miglia”, per la regia di Alessandro Benvenuti, che ha debuttato nel 2010 a Mosca, nell'ambito di ‘Solo’, la rassegna internazionale del monologo, Cristicchi si dice «felice di riportarlo sulle scene quando mi viene richiesto, perché è un lavoro molto interessante di teatro civile». Con l’adattamento teatrale di Marcello Teodonio e le musiche e sonorizzazioni a cura Gabriele Ortenzi/Areamag, questo lavoro racconta l'orrore della seconda guerra mondiale attraverso la voce di chi l'ha vissuta in prima persona: «È un omaggio che ho voluto fare alla storia di mio nonno - dice Cristicchi -, che fu tra i reduci della più stupida guerra combattuta dagli italiani, quella di Russia, appunto, e ai 90.000 nostri soldati tra morti e dispersi che non fecero mai più ritorno a casa». Tornando al rapporto con il Friuli Venezia Giulia, Cristicchi confessa che «questa regione è fonte di sempre nuova ispirazione». «Ad esempio – conclude – vorrei approfondire in un altro lavoro il tema dei cosiddetti ‘rimasti’, cioè gli italiani che dopo la seconda guerra mondiale decisero di restare nelle terre passate alla Repubblica Jugoslava. Una pagina di storia dimenticata, di cui oggi, almeno su questo versante del confine, nessuno parla». —

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