Corto Maltese, eroe per caso

Cinquant’anni fa il marinaio di Hugo Pratt debuttava nella “Ballata del mare salato” 
All’inizio, Corto Maltese era uno dei tanti. Un personaggio destinato a dividere il palcoscenico di “Una ballata del mare salato” almeno con altri quattro comprimari: l’amico-nemico Rasputin, Cain, la bellissima Pandora e il misterioso Monaco. Senza dimenticare gli indigeni Cranio e Tarao, il tenente di vascello tedesco Slutter.


Ma
Hugo Pratt
, si sa, era un uomo dalla fantasia infinita. Un fumettaro (amava farsi chiamare così) che si divertiva a depistare chi voleva sfruculiare troppo nell’alchimia delle sue storie disegnate. Perché, a ben guardare, l’entrata in scena di Corto Maltese in
“Una ballata del mare salato”
era assolutamente da numero uno, da protagonista. Non certo da comprimario.


Lo si può vedere con chiarezza anche nella splendida edizione per collezionisti, in tiratura di tremila copie, che
Rizzoli Lizzard (pagg.191, euro 59)
ha voluto mandare nelle librerie a 50 anni dalla prima uscita della graphic novel. Arricchendo la storia con una splendida introduzione in cui Pratt stesso racconta, reinventa e disegna la propria infanzia. Oltre alla postfazione “Corto Maltese mezzo secolo da signore dell’avventura”, firmata da un esperto come Gianni Brunoro, che non s’è mai stancato di dedicare le sue appassionate ricerche all’amato marinaio.


La storia si apre con un guscio di noce, guidato dal capitano Rasputin, che solca le acque dell’Oceano Pacifico («Sono il più grande di tutti. Mi chiamano così da tanto tempo ma non è vero che sono sempre calmo»). E già alla quinta tavola, Corto Maltese attira gli occhi su di sé. Crocifisso a una tavola di legno, destinato ad andare alla deriva nell’immensa distesa d’acqua, ha il coraggio di replicare alla beffarda domanda del suo amico-nemico Rasputin («Ehilà Corto... come va? Stai prendendo il sole?») con uno sprezzante «Maledetto buffone, proprio te dovevo incontrare»).


Era il luglio del 1967. Pratt non se la cavava troppo bene, dal momento che non riusciva a trovare lavoro. Per questo, quando lo contattò Fiorenzo Ivaldi, editore-mecenate che voleva pubblicare una nuova rivista, rispose con entusiasmo. Una storia ce l’aveva, se no l’avrebbe inventata, dal momento che gli mancavano tante cose ma non la fantasia. Così su “Sgt. Kirk”, questo il nome della testata, cominciarono a uscire le tavole di “Una ballata del mare salato”. La pubblicazione, senza una rigida regolarità, andò avanti per oltre un anno e mezzo. Fino al 20 febbraio del 1969.


Non era una storia uguale ad altre, quella “Ballata”. Perché Pratt ci aveva messo dentro criminali russi, ereditieri inglesi, pirati maori, un monaco misterioso. E il marinaio che ricorda molto il Burt Lancaster visto nel film d’evventura del 1953 “Il trono nero” di Byron Haskin, ambientato negli scenari dei Mari del Sud. Basterebbe guardare l’abbigliamento dell’attore: il lungo cappotto con le mostrine sulle maniche, il cappello che differisce soltanto nel colore. Bianco per Corto, blu per Burt.


Ma il bello è che, quando stava lavorando alla “Ballata”, Pratt non avrebbe mai immaginato che il suo marinaio diventasse il protagonista di una lunghissima serie di avventure. Oltre a uno dei opersonaggi più amati nel mondo delle storie disegnate. Il “Mare salato” doveva restare una specie di “one shot”, un caso unico. Poi, arrivò la rivista francese “Pif” a commissionargli una nuova storia. E lui tirò fuori dal cilindro il ribelle, affascinante Corto, figlio di un ufficiale della Cornovaglia e di una prostituta gitana di Siviglia.


A fare bene i conti, oggi Corto Maltese avrebbe 130 anni, visto che Pratt immaginava la sua nascita a Malta il 10 luglio 1887. Ma questo è solo un dettaglio, perché si sa che gli eroi sono sempree giovani e belli. Prova ne sia che il marinaio non ha seguito il suo creatore nel regno delle ombre. Anzi, ha ripreso a girare il mondo nel 2015, con la storia “Sotto il sole di mezzanotte”. Scritta e disegnata da Juan Diaz Canales e Ruben Pellejero a 20 anni dalla morte del geniale fumettaro. E a 27 dalla scomparsa dello stesso marinaio nell’avventura intitolata “Mu”.


Intriso di cultura letteraria, lettore instancabile, affabulatore incline alla mistificazione, Pratt aveva provato a depistare uno dei suoi estimatori più colti e convinti. L’Umberto Eco che, nel 1991, non si era sottratto al piacere di scrivere una prefazione («Geografia imperfetta di Corto Maltese») a un’edizione a colori della “Ballata”, pubblicata da Rizzoli Lizard. Il professore non poteva non bacchettare il fumettaro quando andava dicendo che il suo amore per i Mari del Sud nasceva dal romanzo “La laguna blu” di Vere Stackpoole. Perché, sottolineava l’autore del “Nome della rosa”, la graphic novel è un inno a Melville, Conrad, Coleridge.


E sull’onda di quello smascheramento letterario, Eco avanzava il dubbio che lo stesso Pratt fosse stato il modello vero per Corto: «L’ho presentato a mia figlia, allora molto piccola ma già lettrice delle sue storie, e lei mi ha sussurrato all’orecchio che Pratt era Corto Maltese».


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