Così cinque artisti interpretano i “Confini” barriere in mutamento

A cavallo tra scultura, grafica e installazione, la mostra “Confini” presenta, con un variegato linguaggio, il delicato tema delle barriere. Nella sala Umberto Veruda di Palazzo Costanzi a Trieste, fino all’8 settembre è visitabile la collettiva in cui cinque artisti propongono la loro interpretazione: Tommaso Andrea Bressan, Pompeo Forgione, Marcello Mazzella, Chiara Tambani, Carlo Vidoni, provenienti da diverse regioni italiane.
Trieste, da sempre terra di confine, è stata la scelta più naturale per un confronto sulle differenze «nell’arte - scrive Corrado Premuda in un testo in catalogo – dove per antonomasia e per elezione i limiti sono una sfida da superare e le differenze assumono un valore estetico, il concetto di confine diventa una provocazione». In occasione della mostra è stato realizzato un catalogo con i contributi critici anche di Sergia Adamo e Massimo De Grassi.
Ogni artista si è espresso secondo il proprio sentire e il proprio percorso creativo. “Prét-a-porter” di Carlo Vidoni (foto) esprime la fugacità del tempo con i perimetri di paesi quali la Siria, il Pakistan, l’Afghanistan, la Libia, realizzati con il fil di ferro e appesi come grucce intrecciate. Questo tipo di lavoro pone l’attenzione al pressapochismo, alla labilità di quelle che oggi sono le frontiere ma che a breve potrebbero mutare e far ridisegnare nuove carte geografiche.
Quello su cui la mostra punta, in primo piano, è l’identità, l’identità dell’individuo che di per sé è senza confine, così come lo sono i pensieri e i sogni. Ecco quindi che trova rispondenza “Libertà” di Tommaso Andrea Bressan nella quale, da un intreccio fittissimo di filo spinato, nasce un nido di rame; una trasformazione quasi magica che da una costrizione eleva il soggetto a spiccare il volo. Il tema del cielo o meglio del confine tra cielo e terra è sapientemente trattato da Chiara Tambani che opera sui tetti di Siena attraverso embrici (manufatti per la copertura dei tetti) su cui vengono riportate citazioni dell’autore toscano Federigo Tozzi. Un lavoro lungo e complesso quello della Tambani che fa riflettere su una linea di demarcazione più trascendente che terrena. «Dall’altra parte – scrive Sergia Adamo – Pompeo Forgione sposta il fuoco dell’attenzione sulla nozione di frontiera, sugli spazi degli attraversamenti...». La sperimentazione delle nuove tecnologie viene valentemente affrontata da Marcello Mazzella, che indagando sul rapporto uomo-macchina relaziona la spiritualità all’individuo. —
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