Così gli sloveni nel 1866 entrarono nel Regno d’Italia

Oggi, alle 9, nella sala del consiglio di San Pietro al Natisone (via Alpe Adria 56), convegno di studi dedicato a"La Slavia Veneta: conseguenze del plebiscito del 1866 e sviluppo economico, sociale...

Oggi, alle 9, nella sala del consiglio di San Pietro al Natisone (via Alpe Adria 56), convegno di studi dedicato a"La Slavia Veneta: conseguenze del plebiscito del 1866 e sviluppo economico, sociale e culturale del territorio". Il convegno, dedicato al 150º anniversario dall’anno in cui i primi sloveni entrarono a far parte dello Stato italiano, è organizzato dalla Sezione di Nova Gorica del Centro di ricerche scientifiche dell'Accademia slovena della scienze e delle arti, in collaborazione con l'Istituto di cultura slovena di San Pietro al Natisone, i musei di Nova Gorica e Tolmino, la Fondazione "Vie della pace dell'Alto Isonzo", la Biblioteca nazionale slovena degli studi di Trieste e l'Istituto sloveno di ricerche, con il sostegno dell'Ufficio del Governo della Repubblica di Slovenia per gli sloveni d'oltreconfine e nel mondo. Del comitato scientifico e organizzativo fanno parte Branko Marušic e Gorazd Bajc e la dottoressa Petra Kolenc. Il convegno centra l’attenzione sul 1866, quando gli sloveni della cosiddetta Benecija divenuta Slavia Veneta entrano a far parte del Regno d'Italia. Una scelta che avrà i suoi costi: ben presto gli sloveni rimpiangeranno i diritti loro riconosciuti sia dalla Repubblica di Venezia che dall'Impero Asburgico, anche se non rimpiageranno le autorità austriache, che nel 1833 li avevano privati dell'autonomia. L'Italia, che nel compimento dell'unità seguiva una mentalità centralista, non rinnovò l'autonomia. Inoltre, abolì la possibilità di usare la lingua slovena in pubblico, cosa che in precedenza seppure in misura modesta veniva concessa. Nella nuova realtà statale gli sloveni si lamentavano per la situazione economica, per il liberalismo che penetrava nella vita religiosa e per l'italianizzazione pianificata nel mondo dell'istruzione e nella vita religiosa.

Durante la giornata storici, etnologi, linguisti e altri, in tutto 19 esperti, metteranno in evidenza il plebiscito (il 21 e 22 ottobre 1866) che aveva coinvolto anche la popolazione slovena della provincia di Udine. Era stato uno dei momenti fondamentali dell’ unificazione italiana e al contempo della situazione politica europea, in particolare a causa della quasi simultanea unificazione germanica con l'opposizione da parte della Francia, poiché con una forte Germania avrebbe perso il proprio ruolo dominante in Europa. Il plebiscito effettivamente non era decisivo, perché tutto era già stato deciso in anticipo, dal momento della firma del trattato tra la Prussia e l'Italia (l'8 aprile 1866). Con il trattato all'Italia venne offerta una compensazione per la sua partecipazione alla guerra contro la monarchia asburgica. Una buona parte delle relazioni analizzerrà i periodi successivi e poi la situazione attuale.

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