Così Lucile s’innamora del tenente nazista che suona il pianoforte
Quello che lo spettatore subito nota, in "Suite francese", è lo stile visivo inquieto e analitico del film, teso a esprimere costantemente le sensazioni di uno sguardo soggettivo sempre all'erta, che vuole scrutare il più possibile da vicino ogni cosa e soprattutto ogni persona. Ma anche uno sguardo ben attento a non essere sorpreso da ciò che sta in lontananza, o che potrebbe stare fuori campo. L'immagine infatti non si ferma un istante, fruga sui volti in primissimo piano, indaga i tic espressivi, fa vedere le imperfezioni della pelle e poi scende sui movimenti nervosi delle mani. Fa intuire così sentimenti e psicologie, ma presto si distende anche in panoramiche su grandi spazi, insegue azioni convulse o persone in fuga, inquadra la grande e la piccola storia. Lo fa con un montaggio mai classico, quasi sperimentale (anche se più morbido e ben calibrato), con poca profondità di campo e tanti oggetti o dettagli (porte, tende, finestre, piante) a schermare lo sguardo e a frapporsi tra chi osserva e la realtà circostante, spesso fuori fuoco, piena di insidie o tradimenti.
Uno stile, questo, che testimonia fin dalla prima immagine il punto di vista tormentato e angosciato della protagonista della storia, la bionda infelice Lucile (Michelle Williams) che vive fuori Parigi nella cittadina di Bussy appena occupata dai nazisti, e abita nella grande casa dell'avida e arcigna suocera (Kristin Scott Thomas), ma senza il marito lontano in guerra (e mai amato). Con questo stile complesso e palpitante, "Suite francese" diventa così un film subito intenso, sempre coinvolgente, alla fine emozionante.
Si tratta di una romanzesca storia d'amore, bellissima anche perché nella lunga tradizione di quelle passioni contrastate, "impossibili" ma travolgenti, con innamorati divisi tra fazioni opposte come in "Giulietta e Romeo" o "Senso". Lucile infatti cade dopo mille timori nelle braccia del bel tenente Bruno, compositore per vocazione e nazista per caso, ufficiale insediato in casa sua che, per dimenticare l'orrore della guerra, le dedica ogni sera la stessa dolce melodia suonata al piano, che lui intitola "Suite francese" appunto.
Il film è la trasposizione dell'omonimo romanzo incompiuto e dimenticato della scrittrice ebrea apolide Irène Némirovsky (già famosa negli anni '30 e morta ad Auschwitz nel 1942), il cui manoscritto è stato ritrovato dopo 60 anni in una valigia dalla figlia, e pubblicato con formidabili esiti da bestseller nel 2004 (Adelphi). Del resto la stessa Némirovsky scrisse: «La mia idea è che la vicenda si svolga come un film». Dirige con sensibilità l'inglese Saul Dibb, già regista di un'altra storia femminile controcorrente, "La duchessa" (2008), e distribuisce Harvey Weinstein, il tycoon padre del cinema indipendente d'autore, che oltre ad aver lanciato Tarantino spesso si è anche impegnato in storie di qualità di respiro internazionale e ispirazione letteraria ("Le regole della casa del sidro" "Chocolat"). Si confermano bravissimi, in un cast misto hollywoodiano ed europeo, i due protagonisti, l'americana Michelle Williams (tre nomination agli Oscar, "Brokeback Mountain", "Blue Valentine", "Marilyn") e il belga Matthias Schoenaerts (lanciato da "Un sapore di ruggine e ossa" di Jacques Audiard). Mentre giganteggia come al solito in un ruolo algido e aspro la britannica Kristin Scott Thomas ("Un matrimonio all'inglese"). Con una storia così, diventa giocoforza protagonista anche l'autore delle musiche, il francese Alexandre Desplat, fresco vincitore dell'Oscar per "Grand Budapest Hotel" dopo tante colonne sonore hollywoodiane.
Il film conferma la recente tendenza per gli ambienti e i ricordi bellici. Nel centenario della Prima Guerra Mondiale si approfitta per tornare a parlare anche della Seconda, ma, a parte "Fury", senza combattimenti. La guerra fa così da sfondo a vicende private di genialità ("The Imitation Game"), di prigionia ("Unbroken"), di onore ("Diplomacy"), di vendetta e perdono ("Le due vie del destino"), di arte e cultura ("The Monuments Men").
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