Così nel 2001 fu trovato il relitto del “Mercure”

Il brick affondato nello scontro del febbraio 1812 oggi è uno dei siti archeologici più ricchi d’Europa

GRADO. Il relitto del brick “Mercure”, il più completo fra i relitti del XIX secolo in Adriatico, fu scoperto al largo di Grado e Lignano nel 2001, quando un peschereccio della famiglia Scala di Marano recuperò con le reti un cannone ricoperto da concrezioni. Il restauro del pezzo di artiglieria, una carronata, permise di identificare i resti come appartenenti al “Mercure”, affondato il 22 febbraio 1812 nel corso della Battaglia di Grado tra un flotta italo-napoleonica, proveniente da Venezia, e una della marina inglese. Nel corso del violentissimo scontro venne catturato il “Rivoli”, un vascello francese da 74 cannoni e venne affondato appunto il “Mercure”, brigantino del Regno Italico. La sconfitta e la perdita delle navi franco-italiche fece naufragare il sogno di Napoleone di scacciare la flotta britannica dall'Adriatico.

Il giacimento sottomarino con il relitto, situato a circa sette miglia dalla costa, a 18 metri di profondità, è stato oggetto di numerose campagne di scavo subacqueo a partire dal 2001. Oggi il “Mercure” come pochi altri relitti è una specie di “fotografia in 3D” che illustra con impressionante immediatezza la violenza di una battaglia navale dell’Ottocento. Ma soprattutto il “Mercure” ha funzionato come enorme richiamo mediatico, un vero e proprio valore aggiunto nel panorama culturale e turistico della nostra regione. Lo sottolinea Carlo Beltrame in un saggio apparso nella monografia “Lignan” edita dalla Società Filologica Friulana, due eleganti tomi di oltre 1200 pagine complessive a cura di Massimo Bortolotti, ricchissimi di immagini e testi (firmati fra l’altro da Renzo Carbonera, Enrico Fantin, Cecilia Scerbanenco e molti altri) sugli aspetti culturali, storici e sociali di Lignano. Nel capitolo dedicato alla storia del “Mercure”, Beltrame evidenzia l’«aspetto emozionale e spettacolare» legato al relitto, suggerendo quale enorme attrattiva potrebbe essere per l’intero Friuli Venezia Giulia se il giacimento subacqueo fosse «adeguatamente sfruttato, portando avanti il già avviato progetto di valorizzazione attraverso forme più complete e articolate di musealizzazione, temporanea prima, e permanente poi». Senza contare altre forme di valorizzazione, per esempio la visita “in diretta” sul relitto come quella effettuata nel 2012 nell’ambito del festival Lagunamovies di Grado.

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