Da Micol ai Gentilli saggi e romanzi per non dimenticare

Dai romanzi ai saggi, dai diari alle illustrazioni per bambini, gli editori invitano i lettori a riflettere sugli orrori dell’Olocausto con nuovi titoli pubblicati in occasione del Giorno della Memoria. È un originale omaggio a Giorgio Bassani il libro “Micol” di Waltraud Mittich (Edizioni Alphabeta Verlag): la scrittrice propone un nuovo finale per Il giardino dei Finzi-Contini, immaginando il seguito della vita della giovane protagonista, non più deportata nel lager ma finalmente libera di autoaffermarsi.
Ne “I bambini di Moshe”, Einaudi, Sergio Luzzatto racconta l’avventura di un numero sorprendente di bambini ebrei, scampati alla Soluzione finale e rifugiati nell’Italia della Liberazione: circa settecento giovanissimi polacchi, ungheresi, russi, romeni, profughi dopo il 1945 tra le montagne di Selvino, nella Bergamasca. E ripercorre l’impresa compiuta da Moshe Zeiri, l’ebreo galiziano che, alla guida dei bambini salvati, consentirà loro di rinascere da cittadini del nuovo Israele. Sempre per Einaudi Liliana Picciotto firma il poderoso “Salvarsi - Gli ebrei d’Italia sfuggiti alla Shoah”, volume che riporta i risultati di nove anni di ricerca del Centro di documentazione ebraica contemporanea (Cdec), sostenuta dalla Viterbi Family Foundation, sul modo in cui un’alta percentuale di cittadini ebrei, sia italiani che stranieri, abbia potuto salvarsi in Italia negli anni 1943-1945. La spiegazione sta in una molteplicità di fattori: la buona integrazione degli ebrei nella società, la generosità di molti, le infinite modalità che quegli ebrei hanno saputo mettere in campo per evitare a se stessi e alle proprie famiglie l’arresto e la deportazione.
Longanesi pubblica il diario che Carry Ulreich ha segretamente tenuto a Rotterdam tra il dicembre del 1941 e il maggio del 1945. Riscoperto dai nipoti dell’autrice un paio d’anni fa, “Di notte sognavo la pace” è la straordinaria testimonianza di una ragazza costretta a crescere e formarsi negli anni più neri e terribili del secolo scorso. Carry Ulreich è una giovane ebrea di Rotterdam che, come i figli di molte famiglie dell’epoca, gode di pochi lussi e libertà ma conduce una vita serena. Le sorti degli Ulreich cambiano totalmente nel 1941 quando i nazisti, a seguito dell’occupazione di Rotterdam, impongono alla popolazione ebraica una serie di rigorosi divieti. Due i libri in uscita per Bompiani: “Come una rana d’inverno”, in cui Daniela Padoan raccoglie le testimonianze di tre donne – Liliana Segre, Goti Bauer, Giuliana Tedeschi – sopravvissute al campo femminile di Auschwitz-Birkenau. E poi “Io sono una stella” di Inge Auerbacher, un classico per ragazzi che racconta l’Olocausto in modo diretto. La casa editrice Tre60 pubblica “6 Campi”, l’incredibile storia scritta da Zdenka Fantlová, classe 1922, sopravvissuta a Terezín, Auschwitz, Kurzbach, Gross-Rosen, Mauthausen, Bergen-Belsen. Con Fazi arriva in libreria “Da duemila anni” di Mihail Sebastian, diario romanzato di un intellettuale ebreo (uscito per la prima volta nel 1934) ambientato negli anni ’20 in Romania, che racconta il dissidio interiore del protagonista mentre l’antisemitismo si fa strada in Europa. A 30 anni dalla scomparsa, ancora Einaudi pubblica “Album Primo Levi”, a cura di Roberta Mori e Domenico Scarpa, un ritratto originale dello scrittore in cui grande rilievo ha il materiale iconografico, rappresentato da oltre 400 immagini in gran parte inedite, e da un graphic novel dell’artista Yosuke Taki, ispirato al racconto Carbonio. “Perché gli altri dimenticano” di Bruno Piazza (Castelvecchi) è la prima testimonianza in assoluto sui campi di sterminio: l’autore, avvocato e giornalista, membro di una famiglia ebraica irredentista, venne arrestato nell’estate del 1944 e deportato ad Auschwitz-Birkenau dove rimase un anno. Mondadori Electa pubblica “Fuga da Berlino”, romanzo d’esordio di Paolo Chiappero, nel quale l’autore racconta il viaggio avventuroso affrontato da suo padre Giacomo con Rino, amico e compagno di prigionia. Per La nave di Teseo esce “In compagnia della tua assenza” di Colette Shammah, la storia di Sophie, ebrea nata ad Aleppo negli anni ’20, che dopo gli studi in Francia sfugge alle leggi razziali e si trasferisce a Milano con la famiglia. Morellini editore presenta “Ultimo domicilio conosciuto. Tredici storie sulle pietre d'inciampo”, a cura di Andrea Tarabbia, che riporta alla memoria alcune delle numerose storie incise in ottone dall’artista Gunter Demnig nella città di Reggio Emilia; le Edizioni San Paolo pubblicano “Siamo qui, siamo vivi”, il diario inedito di Alfredo Sarano e della famiglia scampati alla Shoah, opera a cura di Roberto Mazzoli. Ancora Mondadori, che propone due titoli: “I mostri di Hitler”, in cui lo storico Eric Kurlander esplora l'ossessione del Führer per l’occulto, e “L’insegnante” di Michael Ben-Naftali, il racconto della storia vera di Elsa Weiss, l’insegnante dell’autrice, che con il marito trovò posto sul treno di Rudolf Kastner poi dirottato a Bergen-Belsen. È un vero classico della letteratura sull’Olocausto, finalmente riproposto in Italia con un’inedita postfazione dell'autrice, il libro “Si chiamava Anne Frank” di Miep Gies (con Alison Leslie Gold) edito da Utet, mentre Guanda pubblica “Giorni luminosi” in cui Aharon Appelfeld racconta il lungo e difficile ritorno a casa di Theo, un giovane ebreo scampato al campo di concentramento. “Shoah - Conoscere per non dimenticare” è il titolo del libro di Francesca Cosi e Alessandra Repossi pubblicato da Edizioni Terra Santa, che affronta le origini dell’Olocausto, la vita nei campi di concentramento e la liberazione, collegandosi fino all’attualità.
Per Sellerio esce “Sarei stato carnefice o ribelle?”, libro in cui Pierre Bayard si chiede come si sarebbe comportato se si fosse trovato a vivere in prima persona la Seconda guerra mondiale. Gallucci pubblica il libro per bambini “Il gelataio Tirelli” di Tamar Meir, albo illustrato con i disegni di Yael Albert.
Ben sette i titoli in libreria che Neri Pozza dedica al Giorno della Memoria: “Il disertore” di Siegfried Lenz, “Gli aquiloni” di Romain Gary, “L’artista” di Barbara A. Shapiro, “Morire in primavera” di Ralf Rothmann, “La notte di Lisbona” di Erich Maria Remarque, “Il giardino delle bestie” di Erik Larson, “Momo a Les Halles” di Philippe Hayat, “Agonia della Francia” di Manuel Chaves Nogales e “La notte più buia” di Monika Held. L’editrice Cairo scommette su un romanzo, “Ma forse un Dio” di Alberto Cavanna: costruito secondo la forma classica delle “vite parallele” che si incontrano e si scontrano, il testo ha come protagonisti un giovane contadino e soldato fascista, Ettore, e una gentile ragazza ebrea, Anna. Tutta la prima parte del libro descrive l’esperienza del giovane fascista, che si arruola nella X Mas a La Spezia e, in parallelo, la storia della ragazza ebrea, costretta a vivere il drammatico progresso di discriminazione nell’Italia fascista. Fino alla guerra, all’abisso vissuto da entrambi i protagonisti, che portano in sé il segreto di una colpa inconfessabile: per Ettore, la responsabilità di una strage di civili; per Anna, la responsabilità di essere sopravvissuta al lager, dove sono morti il padre e la madre.
Per le edizioni Kappa Vu esce infine “Negli occhi e nel cuore. I Gentilli, ebrei friulani testimoni della Shoah” di Valerio Marchi. «Documentatissimo e appassionante - scrive in prefazione Angelo Floramo - questo viaggio che Valerio Marchi compie nelle memorie di una famiglia ebraica friulana, i Gentilli. Si delinea così la polimorfa e ricca storia di donne e uomini la cui vita si è intersecata con i luoghi in cui sono vissuti e con i tempi che li hanno segnati, nel bene e nel male, fino a confondersi con i profili dei paesaggi e delle case in cui hanno dimorato».
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