Dai decessi alla libertà, tutti i danni del Covid 19: ecco come farsi risarcire nel saggio di Cendon
Il giurista analizza in un libro edito da Corsiero cause e conseguenze legali della pandemia

TRIESTE. Un’analisi tecnico-giuridica approfondita sui danni da Covid 19 e sulla responsabilità civile dei comportamenti di fronte alla pandemia che ha sconvolto il mondo. È questo il tema cardine del saggio “Pandemia e danni risarcibili” (Corsiero Editore, pagg. 128) a cura di Paolo Cendon, giurista e docente all’Università di Trieste, da sempre impegnato su temi di particolare rilevanza sociale, dalla responsabilità civile al danno esistenziale, dall’amministrazione di sostegno ai diritti delle persone fragili. Una sensibilità etica oltre che giuridica che lo ha portato di fronte alla pandemia a mettere sotto la lente di ingrandimento della legge le tante conseguenze che il virus ha generato, coinvolgendo un team di esperti di diritto e non solo. Ne esce così un saggio a più voci che offre una vasta gamma di temi e casistiche analizzati da diversi punti di vista sui danni da Covid secondo la legge italiana ma anche secondo il diritto internazionale: dalle questioni mediche e di organizzazione sanitaria alle responsabilità politiche e istituzionali, dalla scelta o dal rifiuto vaccinale agli esiti sulla salute, sul lavoro e sulla vita sociale, dai problemi assicurativi o di privacy agli effetti delle fake-news e dell’informazione distorta.
Tutti temi delicatissimi, focalizzati alla luce dei comportamenti personali o collettivi e analizzati dal punto di vista del diritto in ragione delle conseguenze sul piano personale, biologico, patrimoniale, sanitario, lavorativo, sociale, etico ed esistenziale, per poi arrivare ai nodi delle responsabilità, dirette o indirette, e del risarcimento o dell’indennizzo, qualora possibili.
«A partire dal marzo 2020 – scrive Cendon - la pandemia ha generato in Italia, s’è detto, inconvenienti e scompensi di ogni genere. Decessi, sofferenze, ripercussioni fisiche più o meno permanenti, disagi mentali, impedimenti all’esercizio di alcuni diritti fondamentali; e poi stress lavorativi, intasamenti negli ospedali, malesseri scolastici, licenziamenti, fallimenti, contraccolpi economici di vario tipo. In pratica la gamma delle voci civilistiche di danno appare rappresentata, tecnicamente, nella sua interezza».
Al centro dunque la questione del danno, patito in tutte le sue declinazioni, rispetto al quale dimostrare responsabilità inequivocabili in caso di pandemia non è assolutamente semplice per i troppi fattori in gioco. Come sottolinea il curatore, la causalità appare quasi sempre l’elemento più problematico ai fini del giudizio: «Poche altre questioni, nel diritto degli ultimi anni - spiega - presentano margini di complessità avvicinabili a quelli della pandemia da corona virus. Occasioni esterne di contagio, varianti infettive, tipologie del vaccino; e poi intervalli da osservare fra una dose e l’altra, peculiarità degli ospedalizzati, numero delle morti e dei posti letto nelle terapie intensive. Cambiano i dati di riferimento, ogni giorno, anche sul tavolo del giurista».
Tra i tanti temi nodali di questo saggio, anche quello relativo ai numerosi procedimenti civili avviati per accertare la responsabilità della Repubblica Popolare Cinese sule cause della pandemia, finora però senza esito. Particolarmente spinose inoltre tutte le questioni sulla responsabilità delle strutture sanitarie, delle istituzioni pubbliche, del sistema politico. Tra le questioni ancora incandescenti quelle sulla scelta vaccinale o sul suo rifiuto per le categorie di cittadini obbligate e non obbligate per legge e la delicata prassi dei tamponi, ma soprattutto le possibili responsabilità nella diffusione del contagio, le eventuali condanne risarcitorie ed infine le sentenze della corte costituzionale sul diritto all’indennizzo in caso di reazioni avverse significativamente gravi sia in caso di vaccinazione obbligatoria che raccomandata.
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