Dal fumetto allo schermo Harley Quinn perde smalto

Nei fumetti DC Comics Harley Quinn è la ex psichiatra che, innamoratasi del suo paziente Joker, diventa psicopatica almeno quanto lui e lo segue nelle sue scorribande del crimine. Al cinema, interpretata da Margot Robbie, l’avevamo già incontrata in “Suicide Squad” del 2016 e ora la ritroviamo impegnata ad “emanciparsi” (come recita il titolo originale) dopo la fine della sua relazione con Joker. Tra una notte brava e l’altra, coinvolta nel ritrovamento di un prezioso diamante che sta mobilitando tutta la criminalità di Gotham City, Harley finisce a combattere il super cattivo Black Mask (Ewan McGregor) con una squadra di altre tipe toste quanto lei. La loro avventura si snoda in un tourbillon di combattimenti spettacolari, esplosioni, battute a effetto e una bidimensionalità fumettistica più volte sottolineata da scritte e disegni a tutto schermo. La girandola gotico-burlesque è godibile, anche se non inedita: la regista Cathy Yan, che usa con disinvoltura il fermo immagine, i codici del film di arti marziali e una narrazione frammentata nella linea degli eventi, deve molto al “Kill Bill” di Quentin Tarantino.
Il vero problema del film, nonostante l’interpretazione ammiccante e folle di Margot Robbie, forse la migliore attrice della sua generazione, è però che Harley non ha un’anima. La sceneggiatura di “Birds of Prey” prosegue sulla linea di “Suicide Squad”, quella della violenza per gioco, ma non tiene conto di un accadimento dirompente: in mezzo ai due film è arrivato il “Joker” di Todd Phillips a segnare per sempre un “prima” e un “dopo” nell’immaginario DC Comics. “Joker” ha consegnato al più celebre cattivo da fumetto una terza dimensione umana, mostrando le ferite che l’hanno fatto diventare un mostro e strappando alla violenza del villain tutto il suo carattere ludico. “Birds of Prey”, prodotto quasi contemporaneamente, non ha avuto il tempo di fare i conti con questa svolta epocale: e così senza dolore, senza un vero manifesto di “girl power” ma anche senza l’eccesso del gore e della stilizzazione di “Sin City” di Rodriguez, resta un film indeciso che riserva i suoi guizzi migliori solo nei costumi e nelle scenografie. —
E.GR.
Birds of Prey
di Cathy Yan Con Margot Robbie, Ewan McGregor, Mary Elizabeth Winstead, Jurnee Smollett-Bell
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