Dante a Miramare il busto e la Commedia tra i libri di Massimiliano

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Anche Massimiliano d’Asburgo amava Dante Alighieri. Il colto e raffinato arciduca d’Austria e principe imperiale era un appassionato di letteratura e poesia, tanto da commissionare un ciclo scultoreo di busti dedicato a quattro letterati che egli considerava i capisaldi della cultura europea: Goethe, Shakespeare, Omero e, appunto, Dante, definiti da Massimiliano i “quattro più grandi poeti che emergono dalle loro nazioni, situazioni ed epoche, geni universali che appartengono a tutti i popoli”. Le effigi furono pensate per la biblioteca della sua dimora signorile a Miramare, uno degli ambienti più suggestivi del Castello dove tutt’ora si trovano.
In questa sala “abitata” da oltre 17 mila volumi che costituivano parte del patrimonio librario dell’arciduca e della consorte Carlotta del Belgio, il Museo storico e il parco del Castello di Miramare rende omaggio al Sommo poeta con una mostra temporanea che ha al centro il busto di Dante e alcune copie ottocentesche della Commedia appartenute alla coppia imperiale. Nell’anno dedicato a Dante a settecento anni dalla morte, molti progetti si sono svolti proprio a Miramare, il cui parco è stato adattato ad allegoria del Paradiso e “usato” come scenografia per teatro e concerti a tema.
L’esposizione temporanea nella biblioteca è inserita nel percorso di visita e si avvale di alcuni totem esplicativi per raccontare la presenza di Dante a Miramare. «La mostra – dice il direttore Andreina Contessa – valorizza il busto del Sommo Poeta e due copie della Divina Commedia, di cui una in francese, che si trovano nella biblioteca, a testimonianza del forte interesse per la cultura italiana di Massimiliano. Per agevolare l’esplicazione, supporti mediatici raccontano la scelta di inserire il busto di Dante nel ciclo scultoreo della biblioteca, la storicità iconografica del volto di Dante e illustrano i volumi esposti avvalendosi della lettura di Alessandro Preziosi, protagonista di uno degli spettacoli estivi di maggiore richiamo che si sono tenuti a Miramare».
Al ritratto di Dante venne dedicato anche un verso fortemente evocativo dal poeta Giosuè Carducci. Nell’ode Miramar del 1889 immaginò che la scultura si animasse e lanciasse un monito a Massimiliano affinché non partisse per il Messico e il suo destino di morte. —
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