Dante ha la testa di un cane mentre muove i primi passi nella selva oscura dell’aldilà

Einaudi Ragazzi pubblica un albo di grande formato  scritto da Daniele Aristarco e illustrato da Marco Somà

la recensione



Lontano da noi settecento anni, con riferimenti che anche gli studiosi più preparati devono decifrare e spiegare, scritto in una lingua che è sempre più distante da quella che parliamo. Il capolavoro di Dante è un libro famoso, celebrato e di cui adesso si parla molto per l’anniversario del suo autore. Non si tirano indietro neanche gli autori di storie per ragazzi che si prefiggono di incuriosire i giovani lettori sullo strano, metafisico e affascinante viaggio del poeta nel regno dei morti.

È un’introduzione appassionata al mondo di Dante e riportata all’altezza dei più piccoli “La Divina Commedia – Il primo passo nella selva oscura” (Einaudi Ragazzi, pp. 48, euro 16), l’elegante albo di grande formato scritto da Daniele Aristarco e illustrato da Marco Somà per l’occasione. Aristarco, che per l’editore triestino ha recentemente curato la collana “Oltre la siepe” dedicata ad alcune grandi poesie della letteratura italiana e mondiale, trova un approccio personale e tenero per agganciare i ragazzi. Racconta di come, quando aveva nove anni, qualcuno gli narrò la trama di un poema del Trecento. «Il poeta Dante Alighieri fa un viaggio nel regno dei morti. Discende lungo il cono rovesciato dell’Inferno, arriva al centro della Terra e poi risale su e vede il monte del Purgatorio. Ci si inerpica e poi sale ancora più su, fino al Paradiso. In ciascuno di questi regni, Dante incontra le anime dei dannati, poi quelle dei penitenti e, alla fine, quelle dei beati».

Aristarco rimase a bocca aperta: quella storia aveva innescato pensieri e sogni, aveva suscitato domande e in definitiva aveva turbato la sua curiosità di bambino. Ma i genitori aggiungono che potrà leggere il libro solo quando sarà diventato più grande. Era una sfida? Si sa che i divieti accendono di passione chi se li vede imporre. Così il futuro scrittore si avventura in un’impresa audace: una notte, mentre tutti dormono, scivola fino al salotto, si arrampica non senza fatica sullo scaffale più alto della libreria e trascina giù il primo dei tre pesanti volumi.

Trovato l’inizio del poema comincia a leggere le prime terzine create da Dante e lì inizia il suo viaggio. Ciò che per prima cosa colpisce l’immaginazione dei lettori più giovani è la presenza del bosco, della selva oscura, in cui il protagonista Dante si ritrova, un luogo allegorico che, come nelle fiabe, segna l’avvio di vicende complicate. In questo caso specifico di un’avventura spaventosa quanto la morte. Quella notte il piccolo Aristarco non riuscì a prendere sonno, attanagliato dalla curiosità di sapere se quel viaggio era stato reale o fantastico. E poi perché il titolo dell’opera è “commedia” se quel genere di solito fa ridere mentre il testo parla di avvenimenti inquietanti e cupi?

Approfondendo l’analisi, l’autore accompagna i ragazzi a interpretare i personaggi di Dante come quelli che si vedono in un film: c’è chi è goloso, chi è avaro o indifferente, chi è onesto, coraggioso, e in definitiva, a guardar bene, quei caratteri potremmo essere noi. Viene spiegato anche perché proprio Virgilio sia designato come guida nella Commedia e si accenna alla sua opera, l'”Eneide”, in cui il protagonista Enea compie un viaggio, per certi versi simile, nell'oltretomba. Dante indaga il mistero dei sentimenti, analizza il suo tempo e soprattutto si mette a scrivere nella lingua del popolo, il volgare, formalizzando in definitiva il nostro italiano. Tra i vari misteri c'è quello sul volto di Dio con cui si chiude il poema e Aristarco su questo punto dà un'interpretazione struggente e azzeccata. Un valore in più del libro sono le illustrazioni di Marco Somà che abbandona la classica iconografia drammatica per abbracciare un immaginario di gioco con il protagonista che è un uomo dalla testa di cane, Beatrice che ha la testa di una colomba e anche gli altri sono magnifici animali o belve che riempiono le tavole sontuose. —



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