Dieci anni di opere d’artista al Revoltella un percorso nel segno di Matteo Caenazzo

Al Museo Revoltella riunite in una bella sala luminosa, adatta a una corretta visione lenta e contemplativa sono esposte opere di importanti nomi della scena artistica contemporanea che hanno accettato di partecipare, dal 2010, al Premio d’artista Mattador ideato dal critico d’arte e docente Riccardo Caldura che da sempre segue il “Premio Internazionale per la Sceneggiatura Mattador dedicato a Matteo Caenazzo”. L’inaugurazione della mostra è in programma oggi, alle 17.
Le passioni eclettiche di Matteo, giovane e poliedrico creativo, scomparso ventenne nel 2009, e fatalmente attratto dall’arte, dal cinema, dalla scrittura, sono state reintepretate, rivissute, rielaborate dai diversi artisti che si sono messi in contatto con alcuni frammenti del suo modo di agire creativamente per giungere alla produzione di opere inserite in cartelle a tiratura limitata e consegnate ai vincitori delle diverse sezioni del premio.
I rapporti tra linguaggi diversi, tra parola e disegno, tra calligrafie e stili sono quelli scelti da Serse per generare la sua opera molto legata all’immagine e al contempo tattile e materica. Il fascino alchemico nella fusione tra l’immagine e il titolo “Un disegno per le parole”, tra le stampe ai pigmenti di carbone e interventi di foglie d’argento, eternizza l’immagine di un cielo di scure nuvole incombenti che nascondono il sole universale, forte e potente che attrae inevitabilmente. Sempre nel segno della manipolazione alchemica di materiali, per giungere a una nuova dimensione conoscitiva agganciata a orizzonti di percezione straniante, è da inquadrare l’indagine artistica di Sergio Scabar – purtroppo recentemente scomparso – che fotografa, con il suo stile enigmatico, una macchina fotografica e una videocamera: sono “le macchine di Matteo”, protesi del suo fare espressivo, strumenti del suo comunicare assieme alla matita e ai pennelli. Anche la terza opera, quella di Stefano Graziani è omologa a questo mondo di immagini potenti cariche di energia. Il suo mare è quello del movimento dinamico, di forza incoercibile e il titolo “Alcuni motivi per guardare in uno specchio” trasporta la visione dalla mondanità alla contemplazione meditativa. Se Massino Pulini con il suo “Attraverso Matteo” fonde, in una calda fusione, immagini fotografiche con il vetro segnato dalla figura Dolly ideata da Matteo, Massimo Kaufmann in “Matteo” produce un intenso ritratto fotografico con una raffinata tecnica: una fotoincisione/acquatinta dell’opera originale realizzata con la macchina da scrivere. I media vengono scombinati e liberati si riaggregano per tratteggiare il volto del giovane che punta diritto il suo sguardo all’osservatore: una presenza rigenerata con mezzi artistici. Il "Mattador" di Luigi Carboni reintepreta con acrilici e olio su carta e tela lo stile di Matteo con la consueta raffinata eleganza segnica mentre Massimo Bartolini, sovrappone linee e volumi in una sorta di rete comunicativa, avvolgente come la tela del ragno: sono gli “Aerei” il gioco, molto serio, della progettualità e del fare arte. Remo Salvadori, con “Triade” produce e libera energia psichica con le sovrapposizioone di immagini stilizzate molto colorate e vitalizzate dalla compenetrazione di piani. Una sorprendente, meravigliosa giostra nottura, alquanto felliniana si pone come elemento misterioso e totemico per Hans op de Beeck, che propone un suo nuovo straniato scenario, tecnicamente ineccepibile, a conferma dei suoi iterati giochi spazio/temporali. L’ultimo premio ideato in ordine di tempo è quello di Loris Cecchini che si avventura con le sue forme morbide e simil-organiche nel tratteggiare un nuovo ritratto di Matteo. Accompagnano queste opere, quaderni di schizzi e disegni, note di appunti e fogli da piccoli album in cui il giovane artista fissava i suoi pensieri e le sue visioni, poi tradotte e rigenerate nei poliedrici premi.
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