Don Marcello al tempo del Covid rilancia il canto dei partigiani

Il cantautore triestino rielabora “Il Bersagliere” struggente brano della Grande guerra poi ripreso e adattato dalla Resistenza 

l’intervista



L’autore la definisce una versione “ultraresiliente” di un canto popolare partigiano adattissima ai tempi drammatici che stiamo vivendo. Esce a sorpresa, a nemmeno due mesi dalla pubblicazione del singolo “Apici Nevrotici” (cover in “salsa Covid” de The Passenger di Iggy Pop), dedicato espressamente al primo “lockdown” e il cui video si appresta a raggiungere le seimila visualizzazioni, una versione de “Il Bersagliere” di Don Marcello & la Tribù dei Ragazzi. Un “canto” nato nella prima guerra mondiale, ma successivamente riadattato dai partigiani nella seconda, durante la Resistenza. «Visto l’ottimo riscontro social di “Apici Nevrotici” – spiega Marcello Corso, ex Piramide Euclidea, in arte Don Marcello – con Frank Get abbiamo reso “durissima” questa canzone. È meno nota di “Bella ciao” e “Fischia il vento” , ma, visto il “Dicembre di Resistenza” che stiamo passando, quello proposto mi sembrava un ottimo abbinamento. La forza delle parole, l’inverno e l’attualità mi hanno dato l’input per riproporre questa canzone in una versione molto underground e struggente» . «Una volta registrato il demo, solo chitarra e voce – prosegue Corso – l’ho girato a Get per procedere con l’ormai classica formula del periodo, la Pad (Produzione a distanza), chiedendogli di aggiungere all’acustica una serie di chitarre distorte e lamentose. Il tutto è stato poi completato con l’aggiunta di un piano che ridefinisce il sound in una forma molto tormentata. Del resto, parla di una grande sofferenza, quella affrontata dagli alpini al tempo in cui è stato scritto, successivamente dai partigiani e, adesso, da tutti noi» . In pochi giorni tutto è stato registrato e montato, grazie anche alla produzione “volante” del video – semplicissimo – da parte di Mario Orman: tre minuti di poesia in un canto che riverbera le fatiche del passato nel “Dicembre resiliente” che tutti noi stiamo vivendo. «I canti militari che più di 100 anni fa avevano accompagnato le imprese della Grande Guerra e poi, riadattati, hanno cantato la Liberazione – conclude Corso – oggi si possono rimodellare per la “guerra” al Covid”». —

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