Dopo quindici anni torna l’inno della Regione Fvg “Decina Regio” in latino

Gianfranco Terzoli

"O decima regione, figlia di Roma, patria d'Aquileja, Attraverso le tue strade (consolari) il mondo ha conosciuto la civiltà. Oggi similmente, o regione Giulia, nella patria europea ai tuoi confinanti porgi la mano, nello spirito dell'unione". Pochi lo sanno, ma la Regione Friuli Venezia Giulia ha un inno e questa è la sua traduzione dal latino, in cui l’inno è stato scritto. Composto 15 anni fa dal maestro Giovanni Canciani e intitolato "Decima Regio", l’inno viene riproposto oggi in considerazione del particolare periodo che stiamo vivendo con l'intento di rinsaldare l'unità tra i corregionali. E con l'auspicio che venga in seguito riscoperto e diffuso anche nelle scuole, grazie a un arrangiamento per flauto dolce scritto dal direttore d'orchestra udinese Francesco Gioia e inviato - come riferisce egli stesso - all'Ufficio scolastico regionale. «L'inno - spiega Gioia - fu scritto nel 2004, donato alla Regione nel 2005 e accolto con grande entusiasmo dall'allora presidente Riccardo Illy in occasione del concerto di presentazione, tenutosi nella Basilica delle Grazie di Udine. Nel frattempo sono nati altri inni, alcuni di grandissima qualità, ma all'epoca era una novità assoluta, poiché nessuno prima aveva pensato a un inno unificante. Successivamente infatti il presidente ringraziò ufficialmente l'autore con una lettera».

Da allora però l'inno non è stato più eseguito e ascoltato da nessuno per 15 anni, a parte una sua riproposizione nel corso delle celebrazioni per l'anniversario della morte dell'autore, avvenuta nel 2018. «Oggi, assieme al figlio del maestro, Daniel Canciani - riprende Gioia -, mi sto adoperando quindi affinché il messaggio di unità, libertà, ricchezza storica e fratellanza insito nell'inno sia conosciuto. Consapevoli degli impegni istituzionali ben più stingenti che l'amministrazione regionale deve affrontare in questo difficile momento, abbiamo voluto comunque inviare nei giorni scorsi una mail contenente l'inno e la sua storia all'esecutivo, con il solo intento di farlo conoscere. La speranza è che possa un giorno essere inserito sul sito della Regione».

«Auspico - sottolinea Daniel Canciani - che il gesto di sincera generosità di mio padre venga ricordato. Lui scrisse il brano senza tornaconti, mosso unicamente dall'amore per la sua regione e dalla sua grande cultura. Quando nessuno ancora ci pensava, sintetizzò in musica lo spirito unitario del Friuli Venezia Giulia: è giusto che sia conosciuto da tutti». «Musicalmente - spiega ancora il direttore d'orchestra - il brano ha una struttura tripartita con al centro una citazione dell'Inno alla Gioia beethoveniano, che è inno ufficiale dell'Unione Europea. L'orchestrazione prevede l'orchestra classica e il coro misto, elementi che conferiscono senso di forza e unità di intenti. Il latino è stato scelto per rimarcare le radici comuni delle popolazioni presenti sul territorio regionale e anche dei popoli europei. La melodia, semplice e di immediata orecchiabilità, arrangiata con maestria - conclude Gioia -, si presta perfettamente poi alla finalità di un inno: essere ricordato». —

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