Downton e Belgravia con Julian Fellowes nell’upper class inglese

di ROBERTO BERTINETTI
«Falli ridere, falli piangere, ma soprattutto falli aspettare». Grazie a questa strategia, confidata a John Forster amico e futuro biografo, Charles Dickens conquistò il cuore di milioni di lettori in epoca vittoriana offrendo loro a puntate su periodici venduti a basso costo le sue storie più celebri. Una formula che torna a ottenere un successo planetario: la nuova serie del “Trono di spade” ha appena debuttato sugli schermi televisivi di 173 paesi mentre il narratore inglese Julian Fellowes ha scelto di utilizzare la tecnologia digitale per “Belgravia”, opera disponibile la scorsa primavera a cadenza settimanale divisa in dieci episodi grazie a una app da scaricare su smartphone o tablet e ora raccolta in volume (Neri Pozza, 415 pagine, 18 euro). Oltre al testo, la app forniva una versione audio, gli alberi genealogici dei protagonisti e una mappa della zona che fa da sfondo alle avventure dei personaggi nella Londra all'inizio del XIX secolo in un quartiere elegante della capitale. La trama è incentrata sullo scontro tra le famiglie dell'antica aristocrazia e i nuovi benestanti arrivati nei salotti buoni grazie alla ricchezza accumulata attraverso l'industria.
Alla fama Julian Alexander Kitchner Fellowes, nominato barone di West Stafford per meriti artistici - e per questo membro della camera dei Lord - è arrivato nel 2001 con la sceneggiatura di “Gosford Park”, diventata un film di Robert Altman, con la quale vinse l'Oscar, anche se a farlo conoscere ovunque è stato il ciclo tv di “Downton Abbey”, il più visto della storia sui piccoli schermi nel Regno Unito e negli Usa. «Ora ho deciso di portare le modalità della narrativa inventate da Dickens sui telefonini perché ho capito che il pubblico adora quel tipo di letteratura ancora attualissima», ha detto nelle interviste rilasciate in contemporanea al lancio della app che ha ottenuto un enorme successo che si va ripetendo ora con il romanzo, già tradotto in oltre venti lingue.
Fellowes è un gran raccontatore dell'epopea britannica, dagli anni del trionfo su Napoleone sino ai fasti imperiali alla decadenza dopo la seconda guerra mondiale, non importa quale sia il mezzo che utilizza: ha scritto magnifici libri come “Snob” e “Un passato imperfetto”, musical, testi teatrali. È anche un lavoratore instancabile: mentre componeva “Belgravia” stava dando gli ultimi ritocchi a una breve serie in costume in tre episodi che si intitola “Doctor Thorne”, rilettura dell'omonimo romanzo di Anthony Trollope, trasmessa dalla rete inglese Itv con al centro storie di grandi amori ostacolati da genitori e parenti cattivissimi e ha per protagonista maschile Tom Hollander mentre l'eroina femminile è Alison Brie. Alla produzione ha partecipato con un forte sostegno economico anche The Weinstein Company, casa statunitense di primo piano: “Doctor Thorne” andrà in onda anche negli Usa tra poche settimane. Non una novità per Fellowes, ma decisamente un fatto piuttosto raro: nonostante non ci siano barriere linguistiche, molto spesso i network americani preferiscono realizzare remake di un prodotto inglese, invece di trasmettere l'originale.
Sono poi quasi terminate le riprese di “The Gilded Age” ambientato a New York alla fine del diciannovesimo secolo, in cui Fellowes ricostruisce il periodo in cui fecero fortuna ricchi imprenditori: Cornelius Vanderbilt, specializzato in trasporti marittimi e John D. Rockefeller, fondatore della Standard Oil. Oltre a loro appariranno figure ben note al pubblico. La struttura è simile a quella di Downton Abbey, in cui il contesto storico fa sfondo alle vicende della famiglia Crawley che sarà presente nella nuova serie tv. A confermarlo lo stesso Fellowes in numerose interviste nella quali ha spiegato che nella sceneggiatura ha trovato spazio per un Robert Grantham (il capofamiglia di Downton) adolescente, Cora ragazzina e per una giovane Violet (nella serie tv l’irresistibile Maggie Smith) già dotata del tagliente umorismo che l'ha resa un personaggio popolarissimo.
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