Elio Morpurgo, vita del sindaco ebreo

Nell’agosto del 2013, il Comune di Udine inaugurò il restauro delle tombe della famiglia di Elio Morpurgo, e in quell’occasione il sindaco Furio Honsell disse: «Abbiamo restituito dignità a questo luogo e a una persona che ha fatto la storia della nostra città». Frase che ha convinto lo storico Valerio Marchi, esperto di studi biblici e di storia delle comunità ebraiche, a rimettere mano ai suoi studi su “Il ’sindaco ebreo’”, come titola il libro appena uscito per le edizioni Kappa Vu (pagg. 160-VII), ovvero “Elio Morpurgo in Friuli tra Otto e Novecento”. Il libro sarà presentato mercoledì, alle 18, alla Libreria Lovat di Viale XX Settembre, alla presenza dell’autore.
Nato a Udine nel 1858, e morto nel 1944, dopo essere stato internato nella Risiera di San Sabba, durante il trasferimento verso il campo di concentramento di Auschwtiz (viaggiava nello stesso vagone dove c’era la triestina Marta Ascoli), Elio Morpurgo fu sindaco di Udine tra il 1889 ed il 1894, deputato per sei legislature tra il 1895 ed il 1919, sottosegretario di Stato al Ministero delle poste e telegrafi nel 1906 e nel 1910, sottosegretario di Stato al Ministero dell'industria, commercio e lavoro nel 1916-1917 e nel 1917-1919, fino a essere nominato senatore del Regno d'Italia nel 1920. La sua vicenda è paradigmatica: Morpurgo fu infatti un ebreo “discriminato”, che nell’accezione del termine di allora indicava gli ebrei che avevano aderito al fascismo e creduto in Mussolini.
Valerio Marchi si è occupato più volte di Morpurgo, indagandone a fondo la figura, e anche la morte: il corpo di Morpurgo non fu mai trovato, ma i suoi resti, secondo quanto appurato da Marchi, dovrebbero essere nel Sacrario Militare dei Caduti d’Oltremare di Bari, assieme a quelli di numerosissimi altri italiani.
In questo volume Marchi aggiorna dunque i suoi studi su Elio Morpurgo e sulla sua famiglia, “stirpe intelligente e operosa”, come viene definita, la cui fama e memoria abbraccia l’intera regione.
Dopo aver passato in esame la carriera politica di Elio Morpurgo, Marchi analizza come il suo essere ebreo ebbe un ruolo tutt’altro che irrilevante nei rapporti fra lo Stato liberale e la Chiesa cattolica, rapporto che in quegli anni, e particolarmente in Friuli, era al calor bianco. L’amministrazione da parte di un sindaco ebreo a Udine, per altro il primo democraticamente eletto, apriva a tutta una serie di dialettiche politiche e sociali che ben illuminano una situazione estesa a tutta l’Italia post-unitaria: «La situazione italiana - nota Marchi - e, nello specifico, quella udinese, secondo la stampa clericale avevano raggiunto un livello di accanimento contro la Chiesa che non era ravvisabile neppure fra gli storici nemici della Cristianità». Ma la parabola di Elio Morpurgo era solo agli inizi, e ciò che gli avrebbe riservato il destino, a lui come a tanti altri ebrei fascisti e patrioti, era quanto di più ingiusto un uomo potesse sopportare in nome di un razzismo che non avrebbe fatto sconti a nessuno. (g.sa.)
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