Elisabetta Sgarbi: «Lo Strega a Veronesi rappresenta una parte della nostra vita»

le reazioni
Corrado Premuda
«Meno di cinque anni fa un gruppo di editori, autori, amici ha deciso di fondare una nuova casa editrice. Umberto Eco la battezzò La nave di Teseo. Tra noi c'era Sandro Veronesi che questa notte è entrato nella storia vincendo per la seconda volta il Premio Strega con “Il colibrì”». Con questo tweet nella notte di giovedì Elisabetta Sgarbi ha annunciato il suo entusiasmo per l'affermazione del romanzo pubblicato dalla sua casa editrice: l'ultimo libro di Sandro Veronesi si è aggiudicato il più importante premio letterario italiano. Per l'autore fiorentino è il secondo Strega: nel 2006 lo aveva già vinto con il romanzo “Caos calmo”, pubblicato da Bompiani, allora diretta proprio da Elisabetta Sgarbi. Per La nave di Teseo questa vittoria rappresenta una grande affermazione nel panorama editoriale italiano: in un lustro la casa editrice milanese ha proposto moltissimi titoli che si sono imposti per qualità e che hanno incontrato l'interesse da parte dei lettori. Numerosa la rappresentanza di autori di area triestina pubblicati da La nave di Teseo: da Mauro Covacich a Boris Pahor, da Paolo Rumiz a Susanna Tamaro, da Juan Octavio Prenz a Tatjana Rojc, fino al “Ricettario di Casa Svevo” curato da Alessandro Marzo Magno e alla biografia di Bobi Bazlen firmata da Cristina Battocletti. Elisabetta Sgarbi ha suggellato la sua passione per Trieste con due film di cui è stata regista, “Il viaggio della signorina Vila” e “Trieste: la contesa”, che indagano la storia e la geografia di Trieste vista come una città solare e insieme misteriosa, filtrata attraverso lo sguardo e le parole dei grandi protagonisti della letteratura europea.
Dice Sgarbi nel dopo-Strega: «Ci sono scrittori che si pubblicano e scrittori che fanno parte della tua vita. Sandro Veronesi fa parte della mia vita, che vuol dire condividere non solo libri ma la vita che sta prima, dietro e dopo i libri. Sandro ha un demone che è la sua scrittura. E ha una inflessibilità che chi gli sta vicino deve imparare a conoscere. “Il Colibrì” ha avuto una gestazione di almeno cinque anni. Ogni pagina è frutto di una cura maniacale, ossessiva. La forma per lui è la luce in cui appare il mondo che racconta, e non può avere ombre, sbavature». Giovedì, a Villa Giulia, a Roma, dopo aver ricevuto il premio Sandro Veronesi ha commentato così: «Quando ho vinto la prima volta nel 2006 diluviava. Era un'edizione particolare. Anche questa è un'edizione molto speciale. Io rendo in condizioni estreme: è un tratto degli italiani di dare il loro meglio nelle difficoltà. Sono un italiano vero». Il romanzo “Il colibrì” si è aggiudicato duecento voti, alle sue spalle “La misura del tempo” di Gianrico Carofiglio che ha totalizzato centotrentadue preferenze e al terzo posto ecco “Almarina” di Valeria Parrella che si è fermata a ottantasei voti. Quarto il romanzo “Ragazzo italiano” di Gian Arturo Ferrari, quinto “Tutto chiede salvezza” di Daniele Mencarelli. Alla tradizionale cinquina quest'anno si è aggiunto ancora un finalista, il libro “Febbre” di Jonathan Bazzi. Il bis di Veronesi è eccezionale e ha solo un precedente, Paolo Volponi, che ha vinto nel 1965 con “La macchina mondiale” e poi nel 1991 con “La strada per Roma”. Il regolamento dello Strega non impedisce agli autori di concorrere più volte purché venga rispettato un intervallo minimo di tre anni dalla prima vittoria. L'edizione di quest'anno verrà ricordata anche per le insolite condizioni in cui si è svolta la cerimonia a causa delle nuove regole sul distanziamento sociale imposte dall'epidemia di Covid-19. La folla di appassionati che riempiva il Ninfeo di Villa Giulia e a cui eravamo abituati è stata sostituita da un centinaio di invitati raccolti al Museo Etrusco, sono comparse le mascherine e al posto del tradizionale voto cartaceo le preferenze sono state espresse elettronicamente.
“Il colibrì” è la storia di una vita intera, quella di Marco Carrera, colpita in maniera da eventi dolorosi. Un racconto che va avanti e indietro nel tempo toccando temi come la perdita e l'amore, il destino e le scelte, la ricerca di sé stessi, la psicanalisi, i sogni, con tante suggestioni e citazioni letterarie. Un romanzo che scende alle radici di quell'energia che annienta e fa rinascere e che pone al centro la famiglia con tutte le sue mitologie. —
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