Emanuele è sir Paul nel musical “Let it be”

Da domani al 14 dicembre al “Rossetti” di Trieste, in esclusiva per l’Italia, l’omaggio filologico al mondo dei Beatles
Di Giorgia Gelsi

"Let it be-A celebration of the music of the Beatles" sarà in scena al Rossetti da domani al 14 dicembre, in esclusiva per l'Italia. Un'occasione imperdibile per gli amanti dei baronetti di Liverpool, ma anche per tutti coloro che vogliono vivere una vera e propria "immersione" nella mitica musica dei Beatles. Uno spettacolo che celebra con grande attenzione filologica e accurata ricostruzione di supporti video la storia musicale di Paul McCartney, John Lennon, Ringo Starr e George Harrison. Per sostenere questi ruoli sono stati selezionati alcuni dei migliori performer della scena musicale inglese, ma nella compagnia figura anche un interprete italiano, Emanuele Angeletti, che ha esordito nel mondo della musica all'età di 4 anni cantando "Andiamocene a casa" e "La Puntura" insieme a Pippo Franco. Grande la sua passione per i Beatles, che lo ha portato, dopo una lunga gavetta in diverse band della provincia laziale e tanto lavoro in studio come pianista e tastierista, ad approdare agli Apple Pies, la miglior tribute band italiana dei Beatles e, più recentemente, a entrare nel cast del musical "Let it be".

«Lo spettacolo è nato due anni e mezzo fa come primo musical ufficiale sui Beatles per celebrare i cinquant'anni del loro primo disco del 1962», racconta Angeletti. «Io già suonavo negli "Apple Pies" - con cui siamo venuti a Trieste un paio di volte - ed ero sempre molto attento a ciò che succedeva nel mondo dei Beatles. Ho trovato su internet la notizia dei provini, mi sono presentato e mi hanno preso nella parte di Paul McCartney. Così, al debutto del musical, ho aperto io il concerto a Londra nel settembre 2012, al Prince of Wales Theatre, lo stesso in cui i Beatles suonarono per la regina!».

Trieste si inserisce nel primo tour europeo dello spettacolo, dopo la notevole permanenza nel West End di Londra. «La storia dei Beatles di per sé è molto teatrale e si adatta molto bene a uno spazio chiuso, raccolto, piuttosto che a un grande spazio all'aperto», prosegue Angeletti. «I Beatles hanno una grande varietà di immagine, un look molto articolato: dagli inizi in giacca e cravatta alla fine, sembrano due gruppi completamente diversi. Lo spettacolo è quindi immaginato come un concerto suonato dal vivo, con qualche battuta, ma sostanzialmente la colonna portante è costituita dalle canzoni. Al pubblico viene richiesto DA SUBITO un coinvolgimento attivo».

La vera essenza del successo di questo show, infatti, rimane sempre la splendida, intramontabile musica dei Beatles che ha fatto sognare e continua a incantare generazioni intere. In scaletta non mancherà infatti nessuno dei titoli più amati, dai primi successi come Twist and Shout, She Loves You e Love me do, alle hit universalmente note come Yesterday, Hey Jude, Help! Yelloe Submarine e, naturalmente, Let It Be.

Come ha curato Emanuele la preparazione del "personaggio Paul"? «La parte più importante - dice - è stata curare la preparazione musicale, la voce e il modo di suonare di McCartney. Ma c'è stata anche una ricerca del particolare, guardando molti video e filmati dell'epoca, per una riproposizione fedele dei suoi movimenti sul palco, del modo di imbracciare la chitarra e delle sue battute».

Un'esperienza che finora ha conquistato centinaia di migliaia di persone... «Ufficialmente McCartney non è venuto a vederlo, ma forse l'ha fatto in incognito...».

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