Francesca Martinelli, ex voto di donne ribelli

Il libro dell’artista nata a Udine, che vive a Trieste, pubblicato da Franco Puzzo
Di Alessandro Mezzena Lona

Nei santuari, gli ex voto finiscono sempre in un angolo. Possibilmente buio, meglio se nascosto. E non è strano che sia così. Perché quelle immaginette disegnate da artisti dilettanti, i grandi cuori d’argento e d’oro, le installazioni naïf di oggetti, parole e visioni, quasi sempre raccontano storie perturbanti. Scavate nella carne e nel sangue, grondanti passione e morte, nutrite di perversioni e dettagli oscuri del vivere.

A dirla tutta, gli ex voto sembrano eresie riportate a forza nell’alveo di una religione rassicurante. Perché sussurrano, anzi gridano, quello che le chiese non hanno mai voluto ammettere. Ovvero, che è una follia esorcizzare il corpo illudendosi che uomini e donne possano galleggiare in una dimensione tutta spirituale, mentale. E proprio da qui, da questa visione laterale e eterodossa dell’essere, è partita Francesca Martinelli. L’artista nata a Udine, ma che vive e lavora a Trieste, ha già mostrato in altre performance, in altre opere, quanta forza dirompente abbia la sua ricerca creativa. Che parte dalla lezione delle avanguardie storiche per sconfinare verso una personalissima riscrittura del rapporto tra il vivere la quotidianità e l’esplorare una dimensione altra.

Adesso, Francesca Martinelli ha voluto concentrare in un libro d’artista un primo segmento di questo percorso. Si intitola “Ex voto di fanciulle, madri, volpi in furibonda anarchia”, lo pubblica Franco Puzzo Editore (pagg. 60, euro 18). Verrà presentato il primo ottobre, alle 18, alla Libreria Minerva, in via San Nicolò 20 a Trieste, da Pierluigi Di Piazza e Marinella Chirico.

Leggendo, guardando questo “Ex voto”, dove poesie, spezzoni di racconto e disegni si fondono come se la carta fosse una tela, non si può non tornare con la memoria a uno degli esperimenti più innovativi e coraggiosi della letteratura/arte italiana. Quei “Miracoli di Val Morel” che Dino Buzzati pubblicò nel 1971, un anno prima di morire, mettendo a soqquadro la critica letteraria. Che già nel 1969 non gli aveva perdonato la commistione tra parole e disegni del bellissimo “Poema a fumetti”.

È il mondo delle donne che urla le sue storie tra le pagine diu “Ex voto”. Madri inchiodate a un ruolo soffocante, nonne mummificate nel silenzio, figlie esorcizzate nella loro “scandalosa” carnalità. E volpi, perché «il maschile di volpe non esiste», mentre gli uomini non si sono mai fatti scrupoli a costruire attorno al mondo femminile un reticolato di pregiudizi.

E allora, nelle parole di Francesca Martinelli, negli ex voto raccontati e disegnati, esplode un caleidoscopio di storie fatte di amore e disperazione, ribellione, sangue, lacrime. Che riporta il lettore a un passato ancestrale. Quando le donne erano simbolo di fertilità, non immagine demoniaca. Si occupavano degli ammalati, dettavano i tempi della festa, del piacere e del raccolto nei campi.

Questo libro spinge il lettore a guardare il presente con occhi limpidi. Per ribellarsi ai dogmi, per vivere con eretica fantasia.

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