Freak Antoni, piccolo genio demenziale

Nel suo condominio era il più grande poeta. E se suo padre Silvano, macellaio in via Ravone a Bologna, era il re dei tagliatori di fettine, Roberto “Freak” Antoni, eterno dilettante per scelta, poteva considerarsi a buon diritto colui che aveva fatto a pezzi la cultura musicale dagli anni ’80 in poi. Pur sapendo che, come recitava il titolo di un suo libro, “Non c’è gusto in Italia a essere intelligenti”.
Laureato al Dams di Bologna con una tesi sui Beatles discussa con il professore-scrittore Gianni Celati, inventore del rock demenziale nei panni di Beppe Starnazza e i Vortici, Astro Vitelli e i Cosmos, ma soprattutto di Freak Antoni ai tempi degli Skiantos, si è arreso a un male più grande di lui nel 2014. Ma non è scomparso dai radar dell’Italia che non si accontenta del conformismo musicale e culturale. Tanto che adesso riappare con un’«antologia fantastica dei suoi scritti rock». “Non c’è gusto in Italia a essere Freak”, curata da Oderso Rubini, che ha avuto un ruolo importante per la new wave e il punk italiano come produttore, con una nota di Andrea Setti, il Jimmy Bellafronte voce degli Skiantos dai tempi de “L’inascoltabile”, è pubblicata da Feltrinelli (pagg. 463, euro 11).
Sfogliando l’antologia, non si può non notare che Freak Antoni è stato il figlio illegittimo delle grandi avanguardie. Tardo-dadaista, erede del migliore futurismo, amava assemblare testi e immagini in una composizione liberissima. Concionava di musica e sociologia, declamava il “Manifesto dell’enfatismo”, mettendo in ridicolo i birignao degli intellettuali. Ma, soprattutto, dentro di lui soffiava con forza il Verbo punk. Quando sosteneva che «con il suono demenziale muore l’idea che x fare un complesso rock devi essere un fenomeno», così «finisce il mercato e inizia il contagio». Alla grande truffa del rock regalava un proclama demenzial-marxista: «Merci di tutti il mondo unitevi e divorate i vostri produttori».
In un mondo ipnotizzato dalla fame di soldi, Freak Antoni si gloriava della sua «poetica bassa da artista sconnesso, minoritario e diverso». Leggere le sue pagine, ancora oggi, fa venire voglia di essere un po’ più Freak in questo tempo normalizzato.
alemezlo
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