Fulesta, il raccontatore di fole al Grado Puppet Festival

GRADO. «La funzione dei narratori è questa: ricordare quello che gli altri dimenticano». Parola di Sergio Diotti, attore-narratore e burattinaio, interprete sui palcoscenici di tutto il mondo della tradizione romagnola del “fulesta”: il raccontatore di fole, cioè di favole e storie della tradizione orale che rimbalzavano dalle cucine contadine alle piazze dei mercati. E sarà proprio lui, applaudito con il "Ciclo del Fulesta" in Europa e in Canada, Brasile e Argentina, a inaugurare la 23.a edizione di Alpe Adria Puppet Festival nella serata di domani, alle 21 in Campo Patriarca Elia a Grado, con lo spettacolo "L'uomo che racconta le favole" su musiche dal vivo di Pepe Medri all'organetto diatonico.
Sergio Diotti attinge da un vivacissimo patrimonio di storie popolari dell'Emilia-Romagna: «Racconto storie, immagini e personaggi della mia terra - spiega - e le ho riunite in una recentissima pubblicazione per Guaraldi. Ripesco storie e modi di raccontare da una tradizione quasi scomparsa, direi impalpabile, senza neanche l'appoggio di un "maestro" o predecessore cui fare riferimento; ma vivo questa tradizione come un qualcosa di concreto e importante anche oggi, nel suo farsi e disfarsi, rinnovarsi, autoalimentarsi... la narrazione è oggi, dal punto di vista teatrale, ma non solo, un esercizio indispensabile di ascolto e comprensione dell'altro che è in noi e fuori di noi».
Assistendo ai suoi spettacoli vien fatto di pensare a Propp e a Lévi-Strauss come a Fellini e a Tonino Guerra. Uno degli ultimi fulesta è stato Augusto Baioni, figura ripresa da Sergio Diotti che mischia la tradizione del fulesta con quella dei burattini e con una schiera di orchi, di santi poco ambiziosi e di maschere della Commedia dell'arte. Il racconto del Fulesta si intreccia così con musiche tradizionali, voci e canti provenienti da un archivio di registrazioni ormai ricchissimo. E tra una storia e l'altra, o meglio dentro le storie, tra le parole, come pause concrete ed interrogatrici, spuntano oggetti e cose del vivere quotidiano di un tempo, ancora capaci di potenti evocazioni su una civiltà apparentemente scomparsa.
Grado Puppet Festival proseguirà mercoledì, alle 17.30 nella spiaggia principale Git (Velarium), con "Diavoli & fiori", di Michele Polo e Serena Di Blasio, commedia per attore e burattini. E alle 21, nel Giardino del Municipio spazio al Divadlo Piki, dalla Repubblica Slovacca, con "Storie di mucche”, un vero e proprio musical di burattini.
Giovedì, alle 17.30 al Velarium, uno spettacolo - performance di pittura dal vivo: "Old rock clown painting show", di e con Gianni Franceschini, una pièce per 'attore-pittore'. Alle 21, sylla Diga Nazario Sauro, riflettori su "La battaglia di Emma", una produzione della Compagnia Teatrale Mattioli. Venerdì Grado Puppet Festival si congeda alle 17.30 con "Torsolo", un allestimento Laborincolo di e con Marco Lucci, con la regia di Matthias Träger ambientato nel Paese dei burattini. E alle 21, ai Giardini Marchesan gran finale con "Qvántvm", uno spettacolo del Teatro Tradicional de Marionetas de Barcelona diretto da Toni Zafra che cura la costruzione e manipolazione delle marionette.
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