Gergolet e Perrucci, due goriziani ai “Nastri”

Il cinema del Friuli Venezia Giulia non smette di raccogliere riconoscimenti nazionali: l'ultimo è il Nastro d'Argento, il premio assegnato dai giornalisti cinematografici italiani, che fra i protagonisti di quest'anno vede anche i goriziani Antonella Perrucci, nominata tra i cinque migliori casting director italiani per "Il ragazzo invisibile" di Gabriele Salvatores, e Ivan Gergolet, che con il suo "Dancing with Maria" è invece tra i cinque migliori docufilm italiani dell'anno.
Il film di Gergolet, dedicato alla pioniera argentina della danzaterapia Maria Fux, non ha ancora fermato la sua marcia trionfale iniziata lo scorso settembre alla Mostra del Cinema di Venezia: «Non mi aspettavo assolutamente che venisse inserito nella cinquina speciale dei docufilm ai Nastri», commenta Gergolet pochi minuti prima di saltare su un aereo per la Spagna, dove "Dancing with Maria" sarà il film di chiusura al festival Docs Barcelona. «Il risultato è stato sorprendente anche nelle sale: c'è stato tanto pubblico. Questa menzione ai Nastri corona un percorso che ancora continua: la settimana scorsa abbiamo vinto un premio in Polonia e usciremo in sala anche lì. Quest'estate il film sarà nel programma speciale della Fice-Federazione Italiana Cinema d'Essai». E Gergolet è già al lavoro sul prossimo film: «Lo sto scrivendo: si chiama "L'uomo senza colpa", sarà un noir, un film di fictin stavolta girato tutto vicino a casa».
Felicissima anche Antonella Perrucci, menzionata fra i primi cinque casting director d'Italia per aver scovato i piccoli protagonisti di "Il ragazzo invisibile" di Gabriele Salvatores. Il suo lavoro consiste proprio in questo: trovare le facce giuste per un film, gomito a gomito con il regista, le sue esigenze e il suo immaginario. «Per il film di Salvatores la ricerca è stata lunga», racconta Antonella. «Con gli attori professionisti è più semplice, ma per trovare nuovi talenti fra i bambini mi sono posta l'obiettivo di raggiungere un pubblico più vasto possibile. Abbiamo fatto casting in Friuli Venezia Giulia e in Veneto valutando circa 1900 bambini: facevamo imparare un piccolissimo monologo a tutti per capire se avevano una predisposizione naturale. Ne abbiamo selezionati 50, visionati direttamente da Salvatores, che alla fine ha scelto per tutti i ruoli principali, tranne uno, proprio i ragazzi dei nostri casting». Antonella ultimamente è stata casting director di "Zoran, il mio nipote scemo" di Matteo Oleotto, "Uno per tutti" di Mimmo Calopresti e "Un bacio" di Ivan Cotroneo, film importanti girati nel territorio. Nel frattempo è stata accettata nell'Unione italiana casting director ed è presidente di Galaxia, azienda che si occupa sia di produzione che di casting per comparse e figurazioni.
Da produttrice un Nastro d'Argento l'ha già portato a casa per "Habibi" di Davide Del Degan, miglior corto nel 2011. Ma come si diventa casting director in una regione che, almeno fino a qualche anno fa, era considerata periferica per il cinema? «Ho cominciato a 23 anni sapendo di voler lavorare per il cinema ma con le idee ancora poco chiare. La prima esperienza è stato un corso di cinema in tutte le sue componenti organizzato da Maremetraggio con addetti ai lavori che venivano da Roma. La prima esperienza di un set è stato il corto "Per Agnese" di Massimo Cappelli, che poi mi chiese se volevo organizzare il casting per il suo film "Il giorno più bello", girato a Trieste nel 2004. Mi ricorderò sempre il mio primo casting al Teatro Miela: sono venute circa 100 persone. Subito dopo è arrivato Andrea Molaioli per girare a Udine "La ragazza del lago" e Matteo Oleotto mi ha indicato per trovare le comparse: è stata la prima collaborazione con Indigo Film, che poi ha prodotto anche "Il ragazzo invisibile" e "Un bacio". Oggi questo percorso faticoso è stato premiato e sono felicissima: quando si lavora con costanza, si raccolgono i frutti».
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