Giacometti 50 anni fa moriva lo scultore svizzero star delle aste
ROMA. Cinquant'anni fa, l'11 gennaio 1966, si spegneva a Coira Alberto Giacometti, tra gli indiscussi protagonisti dell'arte del '900. Celebrato in vita per la sua indefessa ricerca sulla condizione esistenziale dell'uomo, il grande scultore svizzero ha visto aumentare anche dopo la morte la sua fama, toccando i vertici delle quotazioni d'asta e divenendo il centro di importanti esposizioni in tutta Europa.
Figlio d'arte (il padre Giovanni era un pittore post-impressionista), Giacometti nasce nel 1901 a Borgonovo, in val Bregaglia e cresce con la famiglia a Stampa. Nel 1928, dopo gli studi artistici, entra a far parte del gruppo surrealista (con cui rompe nel 1935) lasciando prevalere nei suoi lavori le suggestioni dell'immaginazione e dell'inconscio. Con gli anni l'interesse dell'artista si sposta all'osservazione diretta della realtà. Giacometti fa dunque ritorno alla figura umana, con le celeberrime sculture allungate, esili e fragili come bronzetti preistorici, a simboleggiare la solitudine e la vulnerabilità dell'uomo contemporaneo. Trascorso il periodo bellico a Ginevra, dal 1947 continua a lavorare dedicandosi ai ritratti di familiari e di oggetti quotidiani o paesaggi.
Nel suo studio parigino crea i capolavori ora custoditi nei maggiori musei del mondo. Nel 1962 è insignito del Gran premio alla Biennale di Venezia e nel 1965 del Grand prix des arts de la ville de Paris. Muore l'anno successivo, l'11 gennaio e sarà sepolto a Borgonovo. Per il mercato dell'arte, Giacometti è una stella di prima grandezza. La sua scultura 'L'Homme qui marche I’ (1961), è stata venduta da Sotheby's Londra nel 2010 per 103,7 milioni di dollari, record d'asta assoluto, scalzata solo da Picasso. Nel maggio 2015, un altro suo bronzo, 'L'Homme au doigt' del 1947, è stato battuto per 141,3 milioni di dollari da Christie’s a New York.
Riproduzione riservata © Il Piccolo