Gian Maria Volontè ricordo dell’attore “contro”
roma. Venticinque anni fa moriva Gian Maria Volontè, uno degli attori italiani più iconici e apprezzati di tutti i tempi. Figlio di un milite fascista, comandante della Brigata Nera di Chivasso, all’arresto del padre con l’accusa di omicidi e rapine, visse la fine della sua infanzia in condizioni di ingenti ristrettezze economiche. La carriera di Volontè esplose con Sergio Leone nel 1964 quando, allora 31enne, venne scelto per la parte del cattivo in “Per un pugno di dollari”. Dai western degli inizi passò ai film di impegno politico a carattere fortemente sociale e di denuncia. La svolta avvenne con «Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto» ma la scelta di quello che oggi si definirebbe un «cambiamento d’immagine» fu coronata da film quali “Uomini contro”,”’Sacco e Vanzetti”, “La classe operaia va in paradiso”. Tutte pellicole in cui potè mettere in mostra la sua capacità di attore poliedrico e camaleontico. E forse l’infanzia e il padre fascista, forse la verace passione per la politica lo portarono a essere comunista fino alla fine, anche se il partito lo espulse dopo aver scoperto del suo coinvolgimento nella fuga di Oreste Scalzone in Francia. Fu “un attore contro”, come lo definirono Orson Welles e Ingmar Bergman e come si intitolò un documentario biografico a lui dedicato. —
Riproduzione riservata © Il Piccolo