Gianfranco Jannuzzo a Umago è un “Siciliano per caso”

Nadia Pastorcich



Un viaggio per l'Italia attraverso i dialetti, pieno di ironia e spunti di riflessione, ponendo l'accento sull'importanza di ogni identità. Con questa sensibilità per le minoranze Gianfranco Jannuzzo porterà in scena domani, alle 19, al teatro Antonio Coslovich di Umago, lo spettacolo “Siciliano per caso?”, organizzato dall'Università Popolare di Trieste in collaborazione con Festum e la Comunità Fulvio Tomizza.

«Nello spettacolo – spiega Jannuzzo – ritorno dopo anni a Saponara Marittima, un paesino della Sicilia e, nelle vesti di Giovannino Pattarizzuti, inizio a raccontare in una sorta di flashback. Il primo importante lavoro di Giovannino consiste nell’imbiancare la casa del sindaco che non c'è mai, mentre sua moglie inizia a corteggiarlo. Siccome fa parte di una famiglia numerosa, il sindaco non può eliminare Giovannino altrimenti perderebbe parecchi voti, quindi lo grazia della vita, in cambio dell’esilio in giro per l'Italia».

Ogni regione ha le sue peculiarità e i dialetti le descrivono. «Andrebbero studiati nelle scuole, perché esprimono l’indole di ciascuno dei popoli che compone la nostra penisola. Il dialetto è l'identità di un popolo; ti fa essere orgoglioso di essere triestino, agrigentino. Ogni identità è importante. Gli istriani si sono sentiti espropriati dei loro beni, hanno vissuto da minoranza etnica pagando un prezzo alto. Oggi, per esempio, i migranti che arrivano a Lampedusa si ritrovano ad essere una minoranza che va accolta».

Nello spettacolo a fare da sfondo ci saranno foto scattate da Jannuzzo che raccontano l'Italia. È la gente ad essere il soggetto dei suoi scatti. A precedere la pièce sarà una mostra che verrà inaugurata oggi, alle 19, negli spazi della galleria MMC di Umago. Una cinquantina di foto scattate da Jannuzzo negli anni: Zeffirelli, Proietti, Roma, Milano e anche Trieste. Quest’ultima immagine ricorda uno storico scatto di Ugo Borsatti. «È una foto di Piazza dell'Unità scattata dal finestrino del taxi in una giornata di pioggia. A fare da cornice la portiera dell'auto, un po' come le immagini di Saul Leiter che vedeva tutto attraverso i vetri appannati».

L'amore per la fotografia di Jannuzzo è testimoniato nel libro “Gente mia”, edito da Medinova, con la prefazione di Angelo Pitrone. Un volume ricco di sue foto dedicate ad Agrigento e arricchito da alcuni capitoli dove l'attore trova spazio per dire: «Trieste amore mio». —



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