“Gli Infelici” di Timmel esposti al Museo degli Istriani

Tra domani e giovedì l’opera sarà trasferita nella sede di via Torino per volontà del nuovo proprietario Crechici ad della Modiano



Poche ore ancora e “Gli infelici” di Vito Timmel sarà esposto al pianterreno della sede dell’Irci, in via Torino. Il quadro - due metri per due - sarà visibile nella sala che ospita la mostra dedicata alle attività della Modiano e in particolare di quel genio dell’incisione e della grafica che fu Giuseppe Sigon. Lo ha deciso Guido Crechici, amministratore delegato della Modiano che ha acquistato quattro giorni fa all’asta quella che è ritenuta la più importante opera di Timmel e ha subito dichiarato la sua intenzione di esporla al pubblico dopo averla riportata definitivamente da Milano a Trieste. Va aggiunto che il pittore aveva collaborato con la Modiano ad esempio nel 1926, realizzando i bozzetti per un mazzo di carte da gioco.

Oggi il quadro compirà il breve tragitto che separa la sede della Casa d’aste Stadion, in riva Tommaso Gulli, dal palazzo che ospita la sede dell’Istituto regionale per la cultura istriano-fiumano-dalmata di via Torino. Poi verrà scelto il punto esatto per esporlo con una adeguata illuminazione e tra domani pomeriggio e giovedì “Gli infelici” sarà proposto agli appassionati e ai curiosi. Saranno passati esattamente cent’anni dalla sua prima comparsa in pubblico a Trieste nella sala di piazza dell’Unità del Circolo artistico, dopo una fugace precedente presentazione in occasione del Cinquantenario di Roma Capitale. «Il dipinto è datato 1920 - si legge nel volume che Franca Marri e la Fondazione Cassa di Risparmio di Trieste hanno dedicato a Timmel nel 2005 – e doveva far parte di un ciclo più ampio intitolato “Gli eroi” e purtroppo rimasto incompiuto».

La decisione di presentare il quadro al pubblico ha alle spalle una serie di considerazioni e circostanze non casuali. Alle scuderie di Miramare è visibile la mostra sul cartellonista triestino Marcello Dudovich che si cimentò anche con la fotografia; all’Irci da tempo i cartellonisti e grafici della Modiano vengono esposti con assiduità proponendo al pubblico l’attività di una azienda che oltre che a Fiume si insediò negli anni Trenta anche a Budapest. In altri termini i riflettori della cultura cittadina sono puntati su un periodo straordinario dell’arte triestina se si affianca a queste due mostre anche quella realizzata poco più di un anno fa sull’opera di Leopoldo Metlicovitz. Ma c’è un motivo in più per proporre Timmel e i suoi “Infelici” proprio in questo momento di grande incertezza e angoscia collettiva. In un articolo degli anni ’20 un critico – “Mafarka il futurista” - scrisse che il pittore “descrive il dolore e il pianto. Osserva la carne nuda sotto il belletto di cui la baldracca s’imporpora le guance per vivere la sua sofferenza o la sua illusione. Narra le angosce che fanno sussultare il cuore dell’umanità e la piegano e la tormentano in uno spasimo senza fine. Si addentra con il suo pennello - che ha la crudeltà del ferro chirurgico -nel profondo dell’uomo e ne fruga fino allo scheletro, il tormento e la passione”. —

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