Gli Oblivion e il pezzo censurato «Canteremo la farfallina di Belen»

Sara Del Sal



Dieci anni (più uno) di Oblivion. Domani e sabato sera saranno al Rossetti con il loro nuovo, irresistibile “Oblivion Rhapsody”, spettacolo ideato per celebrare dieci anni di tournée insieme, che apre il cartellone del “Teatro Brillante”. «Avremmo dovuto festeggiare nel 2020 e avevamo preparato questo spettacolo. Quest’anno eravamo un po’ dubbiosi sull’impatto che avrebbe potuto avere, un anno dopo, e invece si sta rivelando una bomba», spiega Lorenzo Scuda. Non uno spettacolo di repertorio convenzionale, ma l’ennesima sfida dei fantastici cinque monelli del palcoscenico, capaci di stupire e divertire sempre con le loro proposte geniali. «Stavolta siamo in versione unplugged, voce e chitarra, con l’inserimento di alcuni strumenti che si inseriscono in modo inaspettato facendoci sembrare una grande orchestra».

Ma con gli Oblivion, si sa, anche il prevedibile diventa imprevedibile, ed ecco che il loro “best of” diventa una occasione perfetta per proporre una serie di cose mai viste prima o presentate solo online. «Tutto lo spettacolo ruota intorno a una canzone sulla volgarità che ci è stata scartata da Morandi per il Sanremo 2011, quello di Belen e la sua farfallina, per capirci - rivela Scuda -. Morandi allora aveva riso ma ci aveva scartato. Dopo di lui nessun altro ci ha permesso di portarla in scena definendola troppo estrema, e questa volta la abbiamo imposta, mettendola al centro di tutto il progetto».

Ci saranno i Promessi Sposi in 10 minuti, la loro geniale interpretazione di un’opera letteraria che da YouTube li ha portati nel cuore e nelle classi di moltissimi studenti. «Ma in una versione inedita - precisa Scuda - con la musica dal vivo e quindi potrebbero durare ancora meno, e poi ci saranno delle successioni di brani che si incastrano uno nell’altro, rendendo difficile al pubblico individuare il momento in cui applaudire».

Dieci anni più uno insieme, in cui Fabio Vagnarelli, Francesca Folloni, Graziana Borciani e Davide Calabrese insieme, ovviamente a Lorenzo Scuda, hanno saputo imporsi nel mondo dello spettacolo italiano, tra teatri e tv, e chissà che la strada per il prossimo decennio di successi non li porti anche al cinema, come i Monty Python, da sempre la loro finte d’ispirazione per una comicità mai banale.

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