“Gli specchi di Trieste” riflessi da Carla Fracci Nel 1997 tolse il velo al monumento di Sissi

Nel 1965 l’esordio al Verdi con “Pax de deux” della Scala Quattro anni fa aveva aperto a Gorizia il festival “èStoria”
Fabio Dorigo e Alex Pessotto

Fabio Dorigo

e Alex Pessotto

«Si può sapere che cosa volete sapere ancora voi giornalista?». Carla Fracci, il 18 settembre 1991, ha appena terminato le prove in piazza Unità a Triste per lo show “Gli specchi di Trieste”, uno spettacolo in tre serate in mondovisione su RaiUno per la regia di Adriana Borgonovo in compagnia di star della danza e della lirica come Alessandra Ferri e Raina Kabaivanska. Non ha tempo da perdere con la stampa. «Come si fa a rallentare? Sarebbe come dire a un musicista di smettere di suonare» sussurra nell’occasione l’eterna etoile.

Carla Fracci intrattiene con Trieste un rapporto speciale. Il 5 ottobre 1997 arriva in città per “riconsegnare Sissi a Trieste” (così titola il piccolo in prima pagina). «Sarà per me una grande emozione portare in palcoscenico nel dicembre del 1998 questo straordinario personaggio» racconta l’etoile ai piedi del monumento in piazza della Libertà a fianco del sindaco Riccardo Illy. «Niente a che fare con lady Diana che è entrata nel mito solo per un incidente di percorso. Elisabetta diede impulso decisivo al movimento femminista» aggiunge il marito Beppe Menegatti. L’anno dopo al Teatro Verdi vanno in scena 4 rappresentazione del balletto in due tempi “Per Elisabeth” di Menegatti (coreografia di Paul Chalmer). Nell’occasione la regina della danza trova anche il tempo per inaugurare l’“edicola” di piazza della Borsa.

Il suo esordio a Trieste avvenne nel 1964, al Teatro Verdi, con 7 rappresentazioni di “Pax de deux” da Romeo e Giulietta con Mario Pistoni, musica di Sergej Prokofiev, uno spettacolo di Balletto del Teatro alla Scala. Nel 1996 fu protagonista di 10 rappresentazioni alla sala Tripcovich della “Francesca da Rimini”, musica di Pëtr Ilič Čajkovskij, un balletto in tre atti del marito Menegatti, corpo di ballo del Teatro Verdi di Trieste. Poi nel 2006 ci sono 7 rappresentazione al Verdi della “Serata Nijinskij - Balanchine” con il corpo di ballo del teatro dell’Opera di Roma.

Gorizia, invece, rientra tra le tappe più recenti della carriera di Carla Fracci. Nel 2017, è tra le protagoniste della 13.ma edizione di “èStoria£. Apre la kermesse, quell’anno con tema “Italia mia”, conversando sul palco del teatro Verdi assieme al marito Menegatti in un incontro dal titolo “Italia in scena nel mondo”. «Ancora oggi sono gratificata dall'affetto, dalla simpatia che mi circonda» afferma Carla Fracci. Non aveva scordato la volta precedente nel capoluogo isontino. É l’aprile del 2005, sempre al Verdi di Gorizia. “Carla Fracci… ricordo di Isadora Duncan” era il titolo dello spettacolo, prodotto dal teatro dell’Opera di Roma. Un accorato omaggio alla danzatrice statunitense scomparsa nel 1927 realizzato con la collaborazione del marito, da lei, nel 2017, definita “determinante”. Un lungo sodalizio artistico, il loro, non solo nella vita privata. —

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